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Legnano

4 Novembre: la 'prima' da sindaco

La sua emozione era duplice. Alla commemorazione per il 4 Novembre dell'altra mattina, infatti, Lorenzo Radice ha presenziato per la prima volta da sindaco di Legnano.

La sua emozione era duplice. Alla commemorazione per il 4 Novembre dell'altra mattina, infatti, ha presenziato per la prima volta da sindaco. E lo ha fatto in un momento tutt'altro che normale nel quale il Covid-19 ancora stringe a morsa molte persone condannandole alla quarantena e all'isolamento. E, purtroppo, in alcuni casi, anche alla morte. Per loro il sindaco di Legnano Lorenzo Radice ha avuto parole di forte vicinanza che è stata poi quella di tutta Legnano a se stessa. "Avrei voluti guardarvi negli occhi cittadini di Legnano- scrive - avrei voluto intravedere anche oggi nei vostri sguardi ciò che conosco e di cui sono sicuro, il talento, la forza di volontà, la capacità di adattarsi alle situazioni, anche le più difficili, e di andare avanti passo dopo passo, non è stato possibile". E non lo è stato per un'emergenza sanitaria che, prosegue, "Mette a dura prova le nostre qualità, ci costringe a celebrare ricorrenze fondamentali senza incontrarci, senza poterci riconoscere nei gesti che ci sono abituali, nei volti che formano la nostra comunità". Ma la vicinanza, dove non arriva la presenza fisica, la garantisce comunque la comunione di intendimento a uscire quanto prima, e tutti insieme, dalla situazione della pandemia. Un concetto che Radice ha ribadito prendendo parte alla cerimonia con Associarma, Anpi per celebrare l'unità nazionale e delle Forze armate. Radice ricorda ai cittadini la necessità di mantenere le distanze, ma dal punto di vista fisico e non, appunto, del comune orientamento a voler uscire al più presto dalla difficilissima emergenza. "Celebrare il quattro novembre- prosegue - non può essere la semplice commemorazione dell'avere prevalso sul nemico, si tratta di ricordare che siamo passati attraverso una prova severa, che al termine di questa prova ci siamo trovati insieme". Radice ricorda anche i numerosi caduti il cui sacrificio di vita ha comunque reso possibile la capacità di riconoscersi in un cammino comune verso la pace e un futuro di armonia tra i popoli e le persone. E ha parole di apprezzamento anche per "I militari italiani dislocati nel mondo, lontani dalle loro famiglie, che con professionalità , dedizione e spirito di sacrificio sorvegliano, proteggono e salvano, come accaduto tante volte nel Mediterraneo". Persone che "Svolgono un compito del quale si parla raramente" e sono "a servizio della vita". E conclude citando le parole di Giuseppe Ungaretti: "non sono mai stato tanto attaccato alla vita".

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