Il ragazzo milanese Carlo Acutis è stato proclamato beato il 10 ottobre ad Assisi. Oggi, 12 ottobre, ricorre la sua memoria liturgica. "Aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio".
È il 12 ottobre, oggi, e la Chiesa celebra per la prima volta il Beato Carlo Acutis. “Noi (oggi) siamo particolarmente ammirati e attratti dalla vita e dalla testimonianza di Carlo Acutis, che la Chiesa riconosce come modello ed esempio di vita cristiana, proponendolo soprattutto ai giovani”, ha introdotto il suo intervento il card. Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, sabato 10 ottobre, durante il solenne rito di beatificazione ad Assisi. Un ragazzo dei nostri giorni, un ragazzo normale negli impegni che animavano, all’apparenza, le sue giornate, “amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale”. “Viene spontaneo domandarsi: che aveva di speciale questo ragazzo di appena quindici anni?” “Fin da bambino - ce lo testimoniano i suoi familiari - sentiva il bisogno della fede ed aveva lo sguardo rivolto a Gesù”. Nella sua breve esistenza aveva raggiunto una maturità e una profondità di fede da spiazzare anche un adulto: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”, per questo non mancava mai all’appuntamento con la S. Messa, e si raccoglieva nella preghiera del rosario e dell’adorazione del SS. Sacramento. Su quella “autostrada” ha corso… entusiasta, appassionato della vita, interessandosi con curiosità e imparando con serietà ciò che più lo colpiva. Nella scuola e nelle sue amicizie, si relazionava sempre con gentilezza e aveva una generosa disponibilità verso tutti, e soprattutto verso chi aveva più bisogno. Lui, che ha vissuto in una famiglia agiata, era invece concentrato nel voler rimanere sobrio e semplice. Non voltava lo sguardo ai poveri e ai bisognosi che non mancano anche nella città di Milano e il suo amore si traduceva in gesti concreti di carità. Come aveva vissuto, così accettò la morte, abbandonandosi fiducioso nell’abbraccio di Dio, che aveva cercato e sentito vicino da sempre, con la consapevolezza che per rendere grande la vita occorre “mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi”. “Beato Carlo Acutis, prega per noi!”
Lo "spot per il volontariato" (grazie all’Archivio Storico dell’Istituto Leone XIII) interamente ideato e girato da Carlo quando era studente (a.s. 2005/2006), pochi mesi prima della sua tragica scomparsa, per una leucemia fulminante.