In località Castelletto di Cuggiono si è svolto un sopralluogo, da parte degli enti preposti, per valutare come procedere per arginare l’erosione delle sponde del fiume.
Un problema che si trascina da anni che ora si cercherà di risolvere. Questa mattina (lunedì 12 ottobre), in località Castelletto di Cuggiono si è svolto un sopralluogo, da parte degli enti preposti, per valutare come procedere per arginare l’erosione delle sponde. Da anni Andrea Azzimonti solleva il problema e, finalmente, ecco che chi di dovere è intervenuto. C’erano i funzionari di Aipo (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), anche quelli del Parco del Ticino e i sindaci di Cuggiono Giovanni Cucchetti e Robecchetto con Induno Giorgio Braga. Come si procederà? Pur essendo difficile stabilire e capire di chi sia la competenza si studierà un progetto e si cercherà di lavorare insieme per evitare danni peggiori. “La situazione non è più tollerabile”, ha detto Andrea Azzimonti che vive proprio nei pressi del fiume a Castelletto. E’ lui ad avere segnalato e denunciato il problema durante l’ultima piena del Ticino che ha fatto crollare un metro e mezzo di sponda nei giorni scorsi. Il problema nasce dal fatto che in passato, non esistendo la difesa spondale sul lato piemontese composta da un bosco, il fiume proseguiva dritto verso valle. Il bosco ha obbligato il fiume a deviare il suo percorso formando una ellissi che è andata ad erodere buona parte delle sponde sul lato lombardo mangiandosi i terreni. Un contadino sostiene che, nel corso degli anni, il Ticino si è mangiato oltre 70 pertiche di terreno. Cosa fare? “Non c’è più tempo, non dobbiamo più aspettare – conclude Azzimonti – alla prossima piena il Ticino sfonderà le sponde e saranno guai per tutti”.