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Il Ticino erode le sponde

Preoccupa la modifica del bacino fluviale, già persi oltre 150 metri di costa. Dopo il maltempo il Ticino erode le sponde verso Cuggiono.

Complice la piena degli ultimi giorni, si è fortemente aggravata una situazione irrisolta che si protrae ormai da anni: la tendenza del fiume Ticino a deviare il suo corso naturale sempre più verso il paese. L’impeto della corrente ha in sole 24 ore già abbattuto circa 150 metri di costa, tra cui ampi pezzi di terreni privati, e sembra non volersi fermare. Siamo andati sul posto, insieme con Andrea Azzimonti, grande conoscitore del territorio dal momento che è nato e cresciuto lungo quelle sponde, oltre che proprietario di alcune delle zone colpite, e i danni emergono a vista d’occhio. Basta risalire un po’ il fiume, anche se ormai il passaggio è transennato, dal ristorante da Bruno, per poter scorgere l’effetto dell’acqua. Dalle parole di Azzimonti: “stiamo vivendo una situazione molto pericolosa e questo deriva sostanzialmente da due problematiche: la prima è legata al consolidarsi di una fitta boscaglia esattamente al bivio del fiume tra il Piemonte e la Lombardia, che spinge le correnti verso la parte più friabile della costa, quella antica, costituita da ghiaia e litta, che si sgretola con semplicità disarmante. L’ultima difesa contro questa deriva è stata completamente aggirata dal passaggio dell’acqua e ora si trova esattamente in mezzo al corso del fiume, contribuendo, se possibile ancor di più, all’incanalazione della forza dell’acqua verso la costa cuggionese. La seconda, invece, è l’edificazione di una difesa che è costruita nella parte piemontese del Ticino, a protezione di alcuni boschi, che, disabitati, in passato costituivano la vecchia zona golenale, ovvero quella dove trovava sfogo il fiume in caso di piene. Attualmente non trovando via di fuga, l’acqua ha più facilità, complice la vegetazione di cui sopra, a prendere la via del lombardo”. Le autorità, tra cui il neosindaco di Cuggiono, hanno già avuto un sopralluogo nell’area interessata e dichiarato che lunedì interverranno. Troppo tardi secondo Azzimonti, perché “Se in un giorno e mezzo l’acqua ha portato via oltre 100 metri di costa, chissà come potrebbe essere in futuro la situazione; solo un ultimo pannello difensivo è rimasto a dividere il fiume dai locali. Di certo è necessario un intervento, perché non reggeremmo un’ulteriore piena del fiume”. Ma quali potrebbero essere gli interventi? “Chiedo che quando si abbasserà il fiume, si proceda ad un taglio corposo della boscaglia in mezzo al corso del fiume, in modo che l’acqua possa riprendere il suo corso originario. Insieme a questo sarà sicuramente necessaria una dragatura dell’alveo del Ticino, in modo che il cambio di direzione sia stabile, e una ricostruzione della difesa lungo la nostra costa, attraverso l’impianto di pennelli che tagliano la corrente o gabbie d’acciaio”. Dunque, una situazione drammatica, anche perché i costoni si staccano a blocchi ogni pochi minuti, che necessita di un intervento risolutorio al più presto.

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