L’ultimo importante lavoro è contenuto nel libro ‘Cara Italia, ti scrivo…’ una raccolta di riflessioni, racconti, pensieri e poesie legate al Coronavirus.
Una vita dedicata alla cultura e alla scrittura quella di Umberto Cavallin in arte “Nonno Berto”, prezioso custode della tradizione del dialetto milanese. Milanese di nascita, Umberto si trasferisce a Mesero dopo una giovinezza trascorsa dietro le quinte dei teatri più importanti di Milano, dove riesce a coltivare e nutrire la sua passione per la poesia e il teatro, grazie anche agli incontri con i mostri sacri della scena italiana come Gino Cervi e Vittorio Gassman. Nella cittadina di Mesero si dimostra fin da subito membro attivo, soprattutto a livello teatrale. Con l’inizio della pensione inizia a dedicarsi alla sua passione per la scrittura, collezionando diverse pubblicazioni importanti, in particolare sul periodico di attualità, cultura e politica ‘Bacherontius’. L’ultimo importante lavoro è contenuto nel libro ‘Cara Italia, ti scrivo…’ una raccolta di riflessioni, racconti, pensieri e poesie legate al Coronavirus, voluta dall’associazione culturale ‘Tigulliana’. Un’iniziativa letteraria che ha visto pervenire da tutta Italia tantissimo materiale, che è stato poi letto e valutato da una commissione che ha infine scelto le migliori opere, contenute nell’antologia. ‘Porca vacca, è arrivato il coronavirus’ è il titolo del racconto teatrale firmato da Umberto e contenuto in ‘Cara Italia, ti scrivo…’