Don Luigi, prete italiano trasferitosi in Albania 17 anni fa, pranzando con il gruppo ‘Goccia di Solidarietà’, spiega come ciascun individuo sia costituito da 4 stomaci che si nutrono delle esperienze e delle situazioni che si vivono. Specifica dunque come il primo sia lo stomaco materiale, quello che si nutre di cibo, il carburante che ci permette di muoverci, pensare, agire; il secondo è invece lo stomaco istintivo, che si ciba della decisioni rapide, prese senza troppi ragionamenti, spontanee a cui segue lo stomaco razionale, che si nutre dei ragionamenti e della razionalità. Il quarto stomaco, considerato il più importante, è però quello spirituale, che si ciba dell’amore per il Signore e per il prossimo. Ognuno di questi stomaci, conclude il prete, deve essere equamente alimentato come tutti gli altri, e nessuno deve crescere o troppo poco o troppo per vivere alla grande, dedicando a ciascuno una parte della giornata in maniera bilanciata: mangiare, divertirsi, ragionare e pregare. L’esperienza del gruppo, di fronte a questa spiegazione, sembrava a pieno nutrire i giovani che hanno aderito a tale esperienza, che ha trascorso tre settimane di condivisione e convivenza con il popolo albanese nei villaggi di Mal i Rrezuar, Mnele e Vig. Il gruppo, guidato da Alessandro Poretti, ormai attivo in Albania da diversi anni, che si è potuto scoprire come una vera e unita famiglia, alternava momenti di condivisione, riflessione e preghiera alle attività di animazione, gioco e catechesi con i bambini e i ragazzi dei tre villaggi, cercando di donare il proprio tempo, i propri sorrisi e il proprio calore ai bambini e ai ragazzi che accorrevano numerosi per stare col gruppo di italiani. Come si può notare i giovani hanno dunque avuto modo di nutrire ciascuno dei ‘quattro stomaci’ tornando da tale esperienza edificati e fortificati, in un parola cresciuti, ed è interessante sentire come questi si dicono pronti a ripetere una simile esperienza.