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Politica, Legnano

Candidati al 'Centro Pertini'

Confronto tra i candidati sindaco di Legnano al 'Centro Sandro Pertini'. Molta è stata la carne messa al fuoco, tra progetti e idee per il presente e il futuro della città.

Tutti presenti, tranne uno. Anzi, una. All’incontro indetto al 'Centro Sociale Sandro Pertini' con i sette candidati alla poltrona di sindaco per le prossime elezioni amministrative di Legnano del 20 e 21 settembre, infatti, Carolina Toia, candidato di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, non ha partecipato scegliendo di affidare alla forma scritta le risposte alle varie domande messe in campo. Un’assenza che taluni non hanno accolto di buon grado. Molta è stata la carne messa al fuoco: dai rapporti che dovranno configurarsi tra Comune e Terzo Settore alla capacità di intercettare a dovere le situazioni di disagio, malessere e povertà in città, dalle priorità dell’azione amministrativa al ruolo dei servizi sociali nel saper venire incontro ai bisogni del territorio. Tra i sei candidati presenti ovvero Alessandro Rogora (Verdi), Lucia Bertolini (La Sinistra), Franco Colombo (lista civica centrodestra), Franco Brumana (Movimento per i cittadini), Lorenzo Radice (Insieme per Legnano, Pd, Rilegnano e Legnano Popolare) e Simone Rigamonti (Cinquestelle), ne è uscito un confronto ampio e denso di spunti. Primo protagonista in campo è stato lui, il terzo settore. Che, come ha ricordato Rosa Romano, presidentessa della 'Casa del volontariato' cittadina, “Durante la crisi del Covid è intervenuto dando il suo contributo per coprire situazioni di urgenza e difficoltà”. Ma per affrontare le povertà e sostenere chi ne è affetto, non solo sul piano economico ma anche su quello relazionale con la solitudine che spesso stringe a morsa, occorre saperle intercettare come si conviene. E farlo, ne hanno convenuto tutti i candidati sindaco, non è come dirlo. Ma da qualche punto bisognerà pur partire perché il problema è di quelli che bussano alla porta in modo stringente e drammatico. “Dobbiamo farci tutti un bagno di umiltà- la valutazione di Rogora – ponendoci delle domande e non solo dando delle risposte. In questo momento di difficoltà la povertà sommersa sta esplodendo e le risorse umane non sempre sono sul pezzo per dare risposte efficaci e immediate perché i bisogni cambiano. Occorre avere quindi il coraggio di ascoltare, mettere in relazione le risorse, avere contatti diretti con le persone in difficoltà attraverso varii canali, dagli sportelli alle scuole agli oratori, magari anche attraverso la biblioteca, e sfruttare magari anche le modalità di assistenza offerte dal digitale”. Per Bertolini, “La pandemia ha fatto esplodere le diseguaglianze e così alcuni che erano già in difficoltà si sono ritrovati ancora di più in crisi, occorre sottolineare la centralità dei servizi sociali nel saper intercettare i bisogni dei cittadini; per fare un esempio, l’avamposto di Polizia Municipale di Mazzafame potrebbe diventare un piccolo ufficio relazioni con il pubblico, oppure si potrebbe sostenere il 'portierato sociale'. Anche per Rigamonti occorre muovere dalla capacità di leggere con attenzione le criticità che emergono dalle fasce deboli: “Abbiamo nel nostro programma una voce che si chiama “Legnano solidale” – ha spiegato – che prevede riorganizzazione dei servizi sociali, a punti informativi, delocalizzazione, adozione sociale di famiglie in difficoltà da parte del comune”. Colombo ha messo l’accento sulla necessità di decentrare i servizi “perché la gestione centralizzata- spiega – crea soltanto dispersione, il bisogno di fare rete è fondamentale”. Brumana ritiene prioritario “Fare emergere, più che le domande, le necessità sommerse promuovendo delle indagini; è fondamentale il ruolo dei servizi sociali che purtroppo sono rimasti un po’ inerti, io ho scritto tempo fa al commissario prefettizio per evidenziare situazioni di obiettiva difficoltà, pensiamo al fenomeno delle case di riposo cittadine dove vi è stato il 90 per cento di contagiati e si sono registrati almeno trenta morti; se si fosse andati in una direzione diversa procedendo, per esempio, a una requisizione degli alberghi per poterci ospitare i positivi e non metterli con i negativi delle case di riposo, avremmo avuto uno scenario diverso; i servizi sociali, che hanno un ruolo molto importante, dovrebbero farsi promotori della prevenzione delle nuove necessità”. Anche per Radice si tratta di “verificare le situazioni di vulnerabilità esistenti e far fronte alle situazioni di disagio in modo efficace in una realtà che cambia continuamente”. Le ricette indicate dalle sue liste sono tre: “occorre un incisivo ruolo dei servizi sociali, noi siamo poi convinti che Legnano debba entrare a tutti gli effetti nell’azienda Sole, bisogna cercare di partecipare a progetti per individuare nuove risorse economiche perché quelle a oggi disponibili sono poche, introdurre forme di solidarietà tra cittadini come controllo di vicinato, custode sociale, gruppi di mutuo aiuto e famiglie solidali”. Toia ha dal canto suo scritto che “Soluzioni facili non ne esistono, ma occorre innanzitutto confrontarsi con le realtà di volontariato, avvicinarsi sempre di più ai cittadini e ai loro bisogno, agire sull’occupazione”. Dialogare con il terzo settore, alla luce della riforma che è stata introdotta, significa anche sostenere la cosiddetta coprogettazione e coprogrammazione. Sul punto, tutti i candidati si sono detti concordi rispetto alla necessità di instaurare un legame sempre più granitico tra comune e associazioni. Per Rogora, “E' opportuna, ma deve riguardare progetti credibili ed efficaci, spesso invece si rischia di farla su progetti che non hanno futuro”. Bertolini individua nel terzo settore un ruolo specifico “perché non può mettersi in concorrenza con il mercato e neppure deve diventare una sorta di mondo del lavoro gratuito, perché il lavoro deve essere retribuito”. E se Rigamonti ha affermato che “Un dialogo con il terzo settore esige anche il coinvolgimento di soggetti esperti”, Colombo ha ribadito che “il terzo settore deve essere coinvolto sia nell’ordinario che nelle necessità che via via emergono”. Brumana spalanca anch’egli la porta al terzo settore ma, ha puntualizzato, “Bisogna accertarsi che i servizi da esso offerti soddisfino il criterio dell’economicità e dell’efficienza come ogni buona pubblica amministrazione esige”. Radice ha definito la coprogettazione “La modalità con cui il comune coinvolge i cittadini e li invita a lavorare insieme”. E ha citato esempi paradigmatici di buon esito di questa collaborazione come quello di Lecco. “Il terzo settore – ha infine valutato Toia – deve essere coinvolto dal comune in un’elaborazione di progetti significativi per il territorio”. La domanda riguardante le priorità ha fatto registrare, in diversi casi, conversioni di orientamenti: vista la situazione Covid-19, tutti hanno convenuto sulla centralità della promozione della salute che, ha soggiunto Colombo, “Ovviamente non è importante solo nella fase del Covid, ma esige sempre di essere considerata come intervento prioritario”. Perché, ha aggiunto Bertolini, “Tutto si tiene, salute vuole dire capacità di lavoro, salute ha a che fare con la salubrità dell’ambiente perché ricordiamoci che il Covid è figlio di scompensi ambientali”. Rigamonti ha insistito sul binomio salute e lavoro, Brumana ha parlato anche della necessità di riqualificare le aree dismesse sottraendole a tentativi di speculazione. E su questo punto, ha evidenziato, “Il Comune dovrà trovare un accordo con i privati perché le aree ex Pensotti ed ex piattaforma ecologica servono a Legnano per dare servizi rispettivamente a San Paolo e a Mazzafame”. Fine delle riflessioni? No, perché Franco Bottini, coordinatore della 'Consulta del volontariato', ha invitato i candidati sindaci a verificare in modo adeguato una serie di elementi, dalle situazioni di povertà a quelle nelle strutture sanitarie, da quella dei reinserimenti sociali a quella dell’emergenza case.

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