Uno speciale sui Mondiali e sulla preparazione dell'Italia al Sestriere. Guarda le foto
GLI AZZURRI... QUATTRO ANNI DOPO
Come dimenticare il capitano Fabio Cannavaro che alza al cielo la Coppa del Mondo o le numerose feste lungo le strade, nei bar, nelle case e nelle piazze. Oggi, però, è arrivato il momento di voltare pagina. Primo perché sono passati quattro anni, quindi e, soprattutto, perché un altro Mondiale è appena cominciato. Siamo, di nuovo, al momento della verità, quella ‘prova del 9’ che in tanti aspettavamo. Lo sanno bene i tifosi che in Sudafrica ci sono arrivati, chi rassegnato e chi, invece, con la stessa carica di Germania 2006, speriamo se ne rendano conto anche il ct Marcello Lippi e gli Azzurri. Indietro non si può tornare, la magica notte di Berlino, che ci ha visto trionfare contro la Francia, infatti, è stato un episodio unico e straordinario, ma, ormai, fa parte del passato, dell’album dei ricordi del nostro Paese. Adesso c’è un presente da affrontare, una nuova avventura da vivere ‘a pieno’ e un altro girone, con altre nazionali, che ci aspetta. Forse più di altre occasioni non possiamo permetterci di sbagliare, o almeno, dobbiamo provarci e crederci fino alla fine, mettendoci le gambe, la grinta e, in modo particolare, il cuore. Siamo noi i Campioni del Mondo in carica... il che è tutto dire! Non per questo, comunque, vogliamo, a priori, scagliarci contro lo staff tecnico e il gruppo. Di critiche, polemiche e analisi (in merito ad un giocatore convocato o a chi, invece, avrebbe meritato la Nazionale e, in campo, non ci sarà) ne sono state fatte abbastanza, fin troppe. Così diciamo basta! E’ tempo che le parole lascino il posto ai fatti... nient’altro.Oggi vogliamo, solamente, cercare di vivere il ‘Sogno Mondiale’ con la giusta emozione, il calore e l’attaccamento ai nostri colori. Come succede nella vita di tutti i giorni, infatti, le somme ed i bilanci “si tirano, sempre, alla fine” ed è giusto, quindi, che ciò avvenga anche per gli Azzurri. Ci sarà il tempo per esaltarci, urlare di gioia, piangere o rimproverarci. Intanto... che il ‘nostro’ Mondiale abbia, ufficialmente, inizio, gridando, tutti insieme, ‘Forza Italia’. (di Alessio Belleri)
SIAMO NEL GIRONE F: LE NOSTRE AVVERSARIE (di Dario Vismara)
SLOVACCHIA - Una qualificazione storica, la prima per la Slovacchia, guidata magistralmente da Marek Hamsik del Napoli: tutte le speranze della squadra sono rivolte verso di lui, elemento di statura internazionale in mezzo a tanti buoni mestieranti, e l’urna benevola permette agli slovacchi di giocarsi il passaggio del turno con il Paraguay. La squadra conta di una buona organizzazione complessiva e di un ottimo centrale difensivo quale Martin Skrtel del Liverpool, ma questo giovane ed inesperto gruppo di giocatori potrebbe sentire troppo la pressione di un palcoscenico del genere nel caso le cose non andassero bene, ad esempio se non vincesse contro la debole Nuova Zelanda all’esordio, il 15 giugno.
NUOVA ZELANDA - Gli ‘All Whites’, soprannominati così per distinguersi dagli ‘All Blacks’ del rugby, sono una squadra con pochi giocatori professionisti e molti comprimari che fanno l’unica cosa che possono fare le squadre con poco talento: difendersi in undici e attaccare in quattro o cinque, meglio se in contropiede, cercando di sbilanciare gli avversari e colpirli, così, al momento opportuno. Ma, come se non bastasse, sono piuttosto scarsi in difesa, come testimonia il 5-0 (4-0 al 25esimo del primo tempo) con cui la Spagna li regolò nella Confederations Cup dell’anno scorso. Anche noi vincemmo con loro, in amichevole, giusto qualche giorno prima: sì, ma per 4-3... LaNuova Zelanda si candida, pertanto, forse ad un ruolo da comparsa, anche se le sorprese, nelle scorse edizioni, non sono mai mancate.
PARAGUAY - Delle tre avversarie dell’Italia ai Mondiali, quella dal maggior ‘pedigree internazionale’ è sicuramente il Paraguay: quarta qualificazione consecutiva alle fasi finali ed un percorso quasi perfetto nel girone sudamericano, rovinato solo da un finale balbettante che li ha visti scivolare fino al terzo posto dietro a Brasile e Cile. La forza degli uomini di Gerardo ‘Tata’ Martino è l’organizzazione di squadra: difensivamente sono una delle compagini più compatte del continente sudamericano ed hanno alcuni giocatori di buona qualità in attacco, come Santa Cruz del Manchester City, Cardozo del Benfica e la coppia del Borussia Dortmund Barrios - Valdez. Mancherà, invece, Salvador Cabañas, autentico trascinatore nel girone di qualificazione, che nel gennaio scorso è stato colpito alla testa da una pallottola nei bagni di un bar di Città del Messico, in circostanzaeancora non del tutto chiare. Il giocatore è, comunque, fuori pericolo, anche se da quel giorno vive con una pallottola conficcata nella parte posteriore del cranio, dato che è in una posizione troppo rischiosa per essere estratta.
QUELLE 'NOTTI MAGICHE' ITALIANE
ENRICO, DI CUGGIONO, CI RACCONTA LA 'SUA ITALIA '90' AL SAN PAOLO (di Alessandra Caccia)
'Notti magiche… inseguendo un goal…” si cantava in questo periodo, vent’anni fa. Un mese ormai quasi ‘storico’ che tutti ricordano come ‘Italia ‘90’, la quattordicesima edizione del Campionato del Mondo di calcio, tenutasi magicamente proprio nel nostro Paese. C’è, però, qualcuno che quei momenti ce li ha scritti indelebilmente nella memoria perché, nel suo piccolo, li ha vissuti da protagonista: questo qualcuno è Enrico, abita a Cuggiono e all’epoca aveva diciassette anni. Nell’estate del 1990, da vero appassionato di calcio quale era (ed è tutt’ora), seguiva con grande attenzioni i Mondiali alla tv, fino a quando andò a trovare gli zii a Napoli e si imbatté nell’opportunità di seguire la semifinale Italia – Argentina. “Un mio amico ci aveva detto che probabilmente sarebbe riuscito ad avere i biglietti, ma erano davvero introvabili –ricorda ancora con tanta emzoione – Alla fine, però, non riuscii nell’impresa. Fu una grande delusione: a Napoli si sentiva ancora di più, giocava Maradona e la città era spezzata, alcuni tifavano addirittura Argentina! Se, poi, fossimo riusciti ad andare in finale e avessimo battuto la Germania... non voglio immaginare cosa sarebbe accaduto: vincere una simile competizione in casa non avrebbe avuto pari… Purtroppo sappiamo tutti come andò a finire”. Tuttavia, vedere allo stadio San Paolo una partita mondiale era da farsi: “Andai a vedere Inghilterra - Camerun, ma avrei assistito a qualsiasi altra sfida… Fu una gioia unica, indescrivibile. L’Inghilterra era una grande squadra, mentre il Camerun godeva della simpatia di tutti: di quel 1° luglio mi ricordo i tifosi inglesi che avevano invaso le strade della città e i camerunesi allegri e socievoli, che suonavano i bonghi ed erano vestiti in maniera molto particolare. Ho visto la partita proprio nella loro curva: una bellissima esperienza. C’era un clima particolare e le tv non parlavano che di calcio, fatto insolito per quegli anni. È stato fantastico vivere in prima persona l’importantissimo evento: tutti gli occhi del mondo erano puntati sull’Italia, su di noi”.