Proseguono i 'colpi' nelle chiese parrocchiali del territorio. Dopo Arconate e Cuggiono è la volta di Inveruno.
Trovare le parole diventa sempre molto difficile. Sì, perchè se ogni furto è un atto ignobile e deplorevole, lo è ancora di più quando ad essere colpita è una chiesa, le offerte raccolte, i luoghi simbolo della fede di tanti di noi. Invece, purtroppo, complice forse questo periodo di lockdown con meno presenza di fedeli nelle parrocchie, le chiese dei nostri paesi sono diventate mira di qualche ladro. Dopo Arconate e Cuggiono, ora Inveruno. E viene anche il sospetto che i furti possano essere collegati tra loro.
Nella giornata di ieri, per esempio, pochi minuti dopo l'apertura della parrocchiale di San Martino, qualche furfante ha scassinato ben tre cassette delle offerte, forzandole, rovinandole e sottraendo le offerte presenti (non tantissimo visto il periodo, ma pur sempre un sostegno importante per le attività pastorali).
Poi, un fatto ancora più inquietante. Prima della celebrazione della Messa, la scoperta della mancanza della chiave del tabernacolo. "Mi sono molto spaventato - ci ha detto don Marco Zappa - anche perchè temevo per il Santissimo oltre che per i calici in oro simbolo della nostra comunità". Fortunatamente, il meccanismo del tabernacolo è un po' difettoso e, forse per questo, il malintenzionato che non è riuscito a rubare ha abbandonato la chiave vicino la chiesa di Sant'Ambrogio.
"Per fortuna non sono riusciti ad aprilo - prosegue don Marco - però ho chiamato subito per farlo riparere e sistemare". Costi in più certo, non semplici in questo periodo di minor offerte, ma fondamentali per tutelare i valori della comunità.