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Attualità, Salute

Le morti in camici bianchi

Numeri che fanno impressione e che, purtroppo, continuano a crescere di giorno in giorno. Perché sono più di 150 i medici morti in questa terribile battaglia contro il COVID-19.

Li abbiamo visti e li stiamo continuando a vedere là, in prima linea. Mascherine, guanti, tute e tutti i dispositivi di protezione possibili; sui volti e negli occhi i segni della fatica per una battaglia tanto complessa quanto lunga, nella testa e nel cuore, invece, un mix di concentrazione, emozioni, dolore e, spesso, anche paura di fronte ad un nemico invisibile e subdolo. Gli uni affianco agli altri, in un reparto di ospedale, in un ambulatorio oppure direttamente a casa di questo e quel paziente. Ma li abbiamo visti, purtroppo, molti di loro anche andarsene per sempre, portati via dal virus, dal maledetto COVID-19 che non gli ha lasciato scampo, strappandoli all'amore ed all'affetto dei familiari, dei parenti, degli amici e dei colleghi. Più di 150, numeri che fanno impressione e che crescono quotidianamente: sono i medici, donne e uomini che si sono trovati in una vera e propria guerra (perché, forse, termine differente non c'è per descrivere l'emergenza che l'Italia intera sta vivendo) e che, oggi, appunto, non ci sono più. Volati in cielo, in un attimo, mentre con grande professionalità e dedizione erano impegnati ad aiutare chi stava male. E lo hanno fatto da subito, dal primo istante che la pandemia è scoppiata, senza mai tirarsi indietro, senza mai un "non ce la faccio", senza mai fermarsi. In campo, insomma, giorno e notte, combattendo con tutte le forze a disposizione fino alla fine per il nostro Paese, per il prossimo... per tutti noi.

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