Il primo maggio del 1994: sono passati 26 anni dal terribile incidente che si portò via per sempre Ayrton Senna. Ma il suo ricordo no, quello non morirà mai. "Ciao fuoriclasse".
La curva 'Tamburello', la monoposto che esce di strada, l'impatto contro il muro a bordo pista e il campione che vola via per sempre. L'uomo e il pilota che non c'è più. Ayrton l'idolo, il simbolo, l'esempio; Ayrton che, in fondo, non se ne è mai andato e mai se ne andrà davvero. Perché Senna non era soltanto uno dei 'grandi' della Formula 1, no... Senna era un fuoriclasse e un icona. 'Magic' capace di scrivere pagine e pagine di storia della Formula 1, lui che aveva conquistato i tanti tifosi e appassionati con la sua grinta, il suo carattere, la sua grande, immensa forza e il carisma che solo i migliori hanno. Era qualcosa che aveva dentro, il tempo di mettersi la tuta e il casco e di salire nell'abitacolo, insomma, e sapevi che in gara sarebbe stato spettacolo puro. Tre volte campione del Mondo, 41 GP vinti, corridore completo in ogni aspetto (dalla messa a punto alla gestione delle gomme), correva forte, fortissimo verso il traguardo, l'ennesimo da tagliare in prima posizione. "Correre e competere è nel mio sangue. Fa parte di me, fa parte della mia vita. L'ho fatto da sempre e spicca su tutto il resto", diceva. Correva ed ha continuato a correre fino a quel maledetto primo maggio del 1994 ad Imola. Ma, alla fine, anche dopo non ha mai smesso di farlo, andando veloce nei cuori e nei ricordi di tutti.