E' proprio oggi, 1 maggio, che tutti noi dovremmo dire GRAZIE a questi lavoratori che continuano, con passione e professionalità, a dare speranza alla nostra cara Italia.
Parlare di normalità è sicuramente imprudente, soprattutto perchè questi ultimi due mesi sono stati emotivamente e spesso gestionalmente difficili per tutti. Ora, che da lunedì 4 maggio, poi dal 18 e quindi dall'1 giugno (e via così) si cercherà di riaprire le attività lavorative, non possiamo di certo illuderci di tornare al 21 febbraio, quando l'Italia pre-Coronavirus si barcamenava tra le quotidianità: lavoro, studio dei figli, sport, cene fuori con gli amici, ecc.
In questi mesi così strani, inimmaginabili, difficili da vivere sia per chi ha avuto parenti coinvolti dal Covid-19 (sia come malati che nel curarli), sia per chi ha diligentemente seguito le indicazioni di preacauzione, qualcosa e qualcuno ha provato a farci stare meglio. Parliamo delle decine di attività (bar, ristoranti, negozi di paese, ambulanti) che si sono riadattate, con sforzi incredibili, grazie alle loro consegne a domicilio, permettendo a tutti noi di continuare a provare momenti di serenità, svago domestico, assaporare piatti come se fossimo ancora al ristorante.
Non è banale, anzi. Ma è proprio oggi, 1 maggio, che tutti noi dovremmo dire GRAZIE a questi lavoratori che continuano, con passione e professionalità, a dare speranza alla nostra cara Italia.