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Attualità, Salute, Sociale

Quell'abbraccio mancato...

I 'nostri' nonni, i 'nostri' anziani, le cosiddette categorie più deboli e fragili: quelle che, fin dal primo giorno, le istituzioni hanno ripetuto che andavano tutelate, salvaguardate e difese, eccole lì, invece, sole e inermi. Il virus che si insinua nelle RSA e se li porta via per sempre. E attorno solo dolore, lacrime, disperazione e un grande vuoto.

Quell'abbraccio cercato con forza e insistenza per affrontare il difficile e delicato periodo. Quell'abbraccio, purtroppo, che non è mai arrivato. E loro in silenzio si sono ammalati, hanno lottato e, alla fine, se ne sono andati per sempre, strappati all'affetto ed all'amore dei familiari e dei parenti. Certo, come dice un vecchio detto... "Non si può fare di tutta l'erba un fascio", ci mancherebbe, perché in molte strutture la situazione è stata ben diversa, ma chiaro è che in altre qualcosa e anche di più non ha funzionato. I 'nostri' nonni, i 'nostri' anziani, le categorie fragili e deboli, quelle che, fin dal primo giorno di emergenza Coronavirus, le istituzioni, in primis, e via via il resto, hanno continuato a ripeterci che avrebbero dovuto essere salvaguardate, tutelate e difese, eccole lì, invece, sole ed inermi. Il virus, il maledetto COVID-19, che non fa sconti a niente e nessuno, che entra con prepotenza nelle RSA (le case di riposo) e li colpisce, portandoseli via uno ad uno, senza nemmeno dare loro la possibilità di un ultimo saluto o di una carezza ai propri cari. La generazione di chi ha combattuto e non ha mai smesso di farlo, per noi, per il nostro Paese, per il passato, il presente e il futuro; la generazione che, purtroppo, oggi ci ha lasciato e ci sta lasciando. E attorno solo un grande, immenso vuoto e le domande (tante, tantissime) che, un po' alla volta, risuonano nelle teste e nei cuori: "Si sarebbe potuto evitare tutto questo?", "Quando e come?"... Perché nessuno mette in dubbio le difficoltà del momento, gli sforzi che, da parte di molti, sono stati e continuano ad essere messi in campo e la complessità nella gestione di una situazione che si è abbattuta come 'un fulmine a ciel sereno' su ognuno di noi, ma forse una maggiore collaborazione, condivisione e presa di coscienza, chissà avrebbero permesso magari di tenere ancora accesa quella fiamma di speranza.

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