L’Arcidiocesi di Milano avvia una consultazione tra i fedeli per affrontare insieme a loro la Fase 2 dell’emergenza sanitaria. Le chiese rimangono aperte: è possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa.
Per i fedeli si tratta di una sofferenza che si aggiunge alla difficile situazione che si sta vivendo: la sospensione delle celebrazioni liturgiche 'con concorso di popolo' interroga i cristiani su come vivere questo periodo. La mancanza della S. Messa quotidiana e della possibilità di accostarsi alla Comunione Sacramentale possono fare riflettere sulla grazia di cui disponiamo, come cristiani, di vivere in un Paese nel quale vige la libertà religiosa, di avere a disposizione sacerdoti e chiese.
“Questo tempo di privazione diventi allora l’occasione per combattere distrazioni e superficialità e per meditare sul dono infinito dell’Eucaristia”. Le Sante Messe continuano comunque ad essere celebrate quotidianamente dai sacerdoti, in forma privata e i nuovi mezzi di comunicazione permettono ai fedeli di seguire con la televisione, la radio o i social (in streaming o successivamente) la registrazione. "Per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione".
Nuove disposizioni sono state rese note dalla Diocesi riguardo la vita ordinaria delle parrocchie, le modalità di amministrazione del sacramento del battesimo (solo se in pericolo di morte), dell’unzione degli infermi e del viatico e di celebrazione del sacramento del matrimonio, alcune indicazioni igieniche, oltre alle indicazioni per le celebrazioni delle Prime Comunioni e delle Cresime ("al termine dell’emergenza sanitaria, i Parroci e i Responsabili delle Comunità Pastorali insieme con le loro comunità educanti decideranno quando celebrare le Prime Comunioni; per le Cresime, se le date fissate saranno praticabili esse resteranno immutate, altrimenti saranno posticipate").
Tra le novità, si evidenzia la possibilità di visitare la chiesa più vicino a casa anche se non è sul tragitto per il lavoro o per la spesa. Le chiese rimangano infatti aperte. Siano esposti degli avvisi che ricordino di mantenere sempre le distanze di sicurezza. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, sul proprio sito Internet istituzionale,il 15 aprile, ha precisato che “L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose.”I fedeli che si recano nella chiesa più vicina alla loro abitazione possono autocertificare o dichiarare alle Forze di Polizia di muoversi per “situazione di necessità”.
Inoltre, in collaborazione con la Prefettura, l’Arcidiocesi di Milano avvia una consultazione tra i fedeli per affrontare insieme a loro la Fase 2 dell’emergenza sanitaria. A tale scopo l’Arcidiocesi invita le comunità cristiane e i fedeli ad avanzare idee e buone prassi su diversi ambiti ecclesiali: dal riavvio delle celebrazioni con il popolo alla riapertura degli oratori, fino all’azione caritativa nelle sue molteplici espressioni. Le proposte potranno essere presentate alla mail fase2 [at] diocesi [dot] milano [dot] it
I suggerimenti raccolti saranno condivisi con la Prefettura di Milano su un tavolo convocato appositamente su questi temi. I risultati di questo lavoro saranno poi trasmessi alla Cei per un’interlocuzione con il Governo nazionale.
“Poiché immaginiamo che questa nuova fase durerà a lungo, desideriamo avviare un dialogo costante con le comunità cristiane e tutto il popolo di Dio, che aiutino l’Arcidiocesi ad accompagnare la Chiesa ambrosiana nell’interpretare questo momento molto particolare con indicazioni pastorali condivise”, spiega monsignor Bruno Marinoni, Moderator Curiae dell’Arcidiocesi di Milano.