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Scuola, Storie

Bimbi... La scuola non si ferma!

"Insegnare non è mettere insieme ingredienti, un po’ di grammatica qua, un po’ di storia là: insegnare è mescolare. Muovere energia".

“Cari bambini e bambine… come state? Vi scriviamo una lettera (si legge sul portale della Scuola dell'Infanzia di Villastanza) per salutarvi e per dirvi che non vediamo l’ora di tornare a scuola tutti insieme. Come avrete saputo dai vostri genitori e dalla televisione, l’arrivo di questo virus sconosciuto in Italia ha spaventato un po’ tutti e, così, i grandi del Governo hanno deciso di chiudere molti luoghi, anche la nostra scuola, per evitare che il virus si diffonda. Non si sa molto su di lui, alcuni lo hanno già incontrato, altri ancora no, sappiamo però che gli piace stare in compagnia.
Più persone ci sono e più è felice, salta da un posto all’altro ma soprattutto ha la passione per i viaggi. Si è già fatto vedere in alcune regioni d’Italia, dove gli abitanti si sono già messi al lavoro per catturarlo. È stato avvistato anche in città qui vicino a noi, per questo si è deciso di chiudere alcuni luoghi affollati come la nostra scuola. Visto che non lo conosciamo ancora bene abbiamo bisogno di catturarlo per studiarlo meglio e scoprire la medicina adatta per addomesticarlo.
Questo virus non è amico della noia e siamo sicure che in questi giorni starete passando più tempo a giocare in compagnia di mamma, papà, nonni, fratelli e amici. Anche noi maestre non ci stiamo annoiando!! Ci mancate tanto e non vediamo l’ora di tornare a scuola con voi!! Un abbraccio grande”.

La scuola non si ferma e, questa, è l'unica certezza...
Da una parte, in questi giorni, si rincorrono le notizie che confermano che la situazione in Italia è ancora troppo pericolosa per permettere subito un ritorno a scuola. “Il governo a giorni prenderà una decisione, ma con l’attuale situazione sanitaria ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio. Significherebbe - spiega la ministra Lucia Azzolina - far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti”.
Dall'altra ci sono gli insegnanti che, con tutto l'impegno possibile (e grande flessibilità), garantiscono la continuità didattica nella modalità a distanza, utilizzando gli strumenti informatici o tecnologici a disposizione.

Ma se con i ragazzi più grandi, già abituati ad un grande uso degli strumenti tecnologici, può risultare più facile la fruizione con questa modalità, anche se nettamente diversa e non equiparabile a quella ordinaria di una lezione in aula, come mantenere un filo diretto con i più piccoli, in questa situazione prolungata di chiusura delle scuole per l'emergenza epidemiologica?

“Insegnare non è 'buttare dentro roba': che sia in un computer, in una piattaforma cloud o nella testa di un ragazzo - ci racconta Marta Sainaghi, insegnante neolaureata in Scienze della formazione primaria - Insegnare è 'tirare fuori roba'. Insegnare non è mettere insieme ingredienti, un po’ di grammatica qua, un po’ di storia là: insegnare è mescolare. Muovere energia. Insegnare non è accendere desktop o schermi di cellulari, ma accendere idee, fare domande, svegliare dubbi, far passare la luce. Per cui sì: ci attrezzeremo, ci stiamo attrezzando, e studieremo nuove idee per fare scuola anche dall’isolamento in cui siamo, ma se siamo così in difficoltà in questo momento è perché sappiamo che insegnare è un’altra cosa. Insegnare è una cosa che si fa in presenza: insieme ai nostri ragazzi”.
Una situazione difficile e atipica, che accomuna tutti gli insegnanti. Non esistono soluzioni facili, ma possiamo dire che ora, a distanza di tempo e con maggiore esperienza, si è trovato un equilibrio che, pur non sostituendo il valore insostituibile del rapporto di classe, ha portato a ripensare il modello educativo ai tempi del Coronavirus.

Abbiamo chiesto alla giovane maestra Marta Sainaghi di raccontarci se e come si è organizzata una metodologia a distanza con una Scuola dell'Infanzia e le risposte sono state sorprendenti.
“Da settembre lavoro presso la Scuola dell'Infanzia 'Don Franco Facchetti' di Villastanza. È una scuola paritaria e fa parte di un istituto comprensivo più ampio nel quale rientrano altre scuole paritarie del circondario (Parabiago, San Lorenzo, Ravello).
All'interno della nostra scuola ci sono 4 sezioni composte da circa 25 bambini di età diverse (3-4-5 anni): io sono insegnante della classe 'arancione'.
Dopo un primo periodo di smarrimento, dovuto un po' alla preoccupazione generale che arieggiava, ci siamo subito interrogate su cosa fare con i nostri bambini. 'Quando potremo tornare nelle nostre classi?' è ancora la domanda che più di tutte ci troviamo a dire ogni giorno. Però, senza farci sovrastare da tutta la negatività che rischia di soffocarci, ci siamo attivate per proporre anche noi una didattica a distanza, focalizzandoci sull’importanza della relazione, valore imprescindibile quando si parla di educazione.
Consapevoli del fatto che la didattica sia principalmente relazionale ed emotiva abbiamo creato uno spazio virtuale basato principalmente sulla relazione e sul racconto tra insegnante e bambino. Ogni sezione ha il proprio account gmail e attraverso questo strumento i bambini, tramite i genitori, scrivono messaggi, raccontano e mandano fotografie e video di quello che stanno facendo in questi giorni a casa e attività che svolgono insieme alla loro famiglia.
Insegnare ai bambini concetti non è l'obiettivo primario di questo periodo; quello che ci teniamo a fare è ricostruire il filo delle relazioni con i bambini stessi.
 Oltre ai racconti quotidiani sulle esperienze di vita noi proponiamo anche percorsi educativi particolari, come quello legato alla festività della Pasqua, oltre ad alcune vere e proprie sfide che hanno entusiasmato i più piccoli: disegnare al buio (bendati) un prato fiorito, costruire un percorso ninja, truccare la mamma come una principessa, animare 5 oggetti che si trovano in casa, inventare una storia utilizzando gli oggetti come personaggi...
Per quanto riguarda le videochiamate stiamo sperimentando diverse modalità: abbiamo chiamato i bambini prima tutti insieme per ritrovarci come classe e poi divisi per fasce d'età. Ogni videochiamata è un momento di gioia, sia per i grandi che per i piccoli. Un momento per salutarsi, riascoltare le voci, vedersi e sentirsi più vicini.
La chiamata come gruppo classe ha l'obiettivo di riaccendere nei bambini il senso di appartenenza, mentre a piccoli gruppi la comunicazione è più efficace perchè meno caotica e meno disturbata (ma succede così anche in classe). Durante le videochiamate ci raccontiamo storie, parliamo, ed è occasione anche per loro di parlare con i compagni (abbiamo perfino festeggiato un compleanno!).
Quasi tutti quando ci scrivono concludono il messaggio scrivendo 'Ci vediamo presto, appena finisce il Coronavirus'. Dubbi e disagi particolari non ne abbiamo percepiti: i bambini credo che vivano questo tempo come un grande regalo, giornate intere da passare in casa e in famiglia con almeno un genitore. Sono molto contenti quando noi maestre scriviamo loro e chiedono ai genitori di poter utilizzare la mail come modalità per rimanere legati alla scuola.
Siamo fiduciose e speriamo di poter ritornare presto a scuola con i nostri bambini, ma nel frattempo abbiamo trovato il modo di avere i genitori come alleati: come fili di una ragnatela ci teniamo uniti, così da poter costruire insieme un percorso educativo e di vita che possa aiutare i più piccoli a crescere serenamente”.
Con questi accorgimenti la 'didattica a distanza' permette di sentirsi... meno distanti.

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