A darne il triste annuncio è il figlio Marco, che su Facebook tiene a precisare che non si tratta di coronavirus, descrivendo la vita della genitrice come leggendaria.
Nella notte del 14 aprile è mancata all'affetto dei suoi cari Giuseppina Marcora, detta Pinetta, inverunese di nascita, ma residente a Legnano da molto tempo, la quale aveva appena spento le 100 candeline il 23 febbraio.
A darne il triste annuncio è il figlio Marco, che su Facebook tiene a precisare che non si tratta di coronavirus, descrivendo la vita della genitrice come leggendaria. E in effetti, lo è stata: primogenita di 5 figli, in una famiglia umile e profondamente antifascista, è la sorella dell’illustre Giovanni Marcora, partigiano con il nome di battaglia di Albertino, politico e ministro dell’agricoltura. In gioventù fu staffetta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale, rischiando la vita più volte in nome della libertà. Per questa sua attività, ha ricevuto molti attestati di riconoscenza: tra gli altri, il Certificato di Patriota rilasciato a nome delle Nazioni Unite dal Maresciallo Alexander, comandante delle truppe alleate di tutto il Mediterraneo; il certificato dell’OSS (Office Strategic Service) del Governo degli Stati Uniti per la collaborazione data alla vittoria alleata (riferendosi al supporto alla missione Chrysler); quello del Presidente della Repubblica per il riconoscimento della qualifica di Partigiano, come appartenente al Raggruppamento di Dio. E, infine, dall’Esercito Italiano che le ha concesso il congedo militare.
Mancata a pochi giorni dalla celebrazione del 25 aprile, è stata “una cittadina che ha contribuito con il proprio coraggio, il proprio impegno, la propria vita alla costruzione della nostra Nazione libera e democratica – ha commentato il sindaco di Inveruno Sara Bettinelli - Rimarrà per sempre un esempio per tutti noi. Ci stringiamo attorno alla famiglia esprimendo le nostre condoglianze”.
Al cordoglio si uniscono anche il Centro Studi Marcora con il presidente Gianni Mainini e le locali sezioni Anpi di Inveruno e di Legnano, cui Giuseppina era iscritta.