Gli scenari possono essere molti e differenziati in base all’età del bambino, ma è giusto ricordare delle linee guida generali di intervento. Partiamo dal presupposto che tutti i bambini, indistintamente dalla loro età percepiscono in maniera chiara e inequivocabile lo stato emotivo dei propri genitori. Ecco alcuni spunti di riflessione della pedagogista Maddalena Alemani.
Anche i bambini sono coinvolti in questo turbinio di forti emozioni, e molto spesso a differenza degli adulti non dispongono ancora di una struttura neuronale abbastanza matura per poter rielaborare la situazione che si sta verificando. Gli scenari possono essere molti e differenziati in base all’età del bambino, ma è giusto ricordare delle linee guida generali di intervento. Partiamo dal presupposto che tutti i bambini, indistintamente dalla loro età percepiscono in maniera chiara e inequivocabile lo stato emotivo dei propri genitori.
Dunque se gli adulti di riferimento sono ansiosi, preoccupati, spaventati, tristi (tutte emozioni legittime in questo momento storico) i bambini a loro volta percepiranno nella relazione genitoriale un elemento differente rispetto al solito che disturba, e del quale bisogna preoccuparsi. Potranno in questo modo alterare il ritmo di sonno, manifestare rabbia e forti crisi di pianto. È bene dunque aprire un dialogo con i propri bambini, in modo semplice e chiaro senza troppi giri di parole, è importante che l’adulto riconosca il proprio stato d’animo: così facendo veicoliamo al bambino un messaggio che parla di noi, ci avvicina alla sua sfera emotiva più profonda, permette a lui stesso di rielaborare il livello emozionale che percepisce e lo aiuta ad esorcizzare la paura. Molto spesso i genitori adottano l’atteggiamento diffuso, ma estremamente pericoloso, di “tenere nascosto al bambino” gli avvenimenti difficili da spiegare.
Raccontare al bambino che cosa sta succedo nel mondo, con parole semplici e chiare, lo aiuta invece a dare un senso all’interruzione scolastica, all’allontanamento dai propri compagni, all’impossibilità di vedere i nonni. Preparare i bambini attraverso il colloquio senza esporli al panico, ma indirizzarli con cautela, li aiuta ad essere consapevoli di quello che sta succedo e potersi dare delle risposte concrete, ad esempio: perché mamma e papà sono a casa da così tanto tempo?
E’ importante spiegare loro del Coronavirus, attraverso un racconto, la narrazione, un disegno; è importante spiegare loro l’importanza di indossare la mascherina e i guanti (dato che vedranno sempre più frequentemente persone munite di questi dispositivi); è importante raccontare loro di come si stanno organizzando i “più grandi”, gli scienziati e i medici per tenere a bada questo virus nuovo, ponendo enfasi sugli aspetti positivi della ricerca, e sottolineando che torneremo alla normalità.
Diventa funzionale dunque mantenere una buona routine quotidiana, tenere lontani i bambini (anche i più piccoli!!!) dagli schermi mentre si ascoltano notiziari: anche se < tanto non capiscono > i più piccoli assorbono l’intensità emotiva delle nostre reazioni, della nostra mimica facciale, e percepiscono l’atmosfera di tensione che crea l’allarmismo delle news. Evitare di commentare situazioni drammatiche o parlare di decessi in loro presenza. Sembrano interventi scontati, ma non lo sono affatto: riceviamo tutti i giorni numerose richieste di consulenza da parte di genitori che chiedono un aiuto professionale su come affrontare il discorso con il proprio bambino, è bene confrontarsi con un esperto se non si è sicuri delle proprie modalità, in modo da costruire insieme un modus operandi condiviso, adatto e su misura ad ogni famiglia. Così, allo stesso modo diventa importante comunicare al proprio piccolo che un familiare è affetto da Covid: valutare l’intensità e lo status del familiare in oggetto e cercare di semplificare il più possibile la situazione per il nostro bambino, fare dei riferimenti concreti come ad altre malattie per le quali è bisogno di una cura. Se il familiare in questione è ricoverato in ospedale dare fiducia ai medici e agli infermieri che si stanno prendendo cura di lui e che tutti i giorni chiamano per dirci come sta. Sottolineare che si trova nel posto più sicuro di tutti. Nel frattempo potete proporre al vostro piccolo di disegnare dei dipinti o preparare una scatola speciale da consegnare al famigliare quando starà meglio. Allo stesso modo se il famigliare in questione è in isolamento, potete decidere di mandargli delle foto oppure di creare una scatola delle soprese con disegni, costruzioni, che verranno recapitate quando sarà possibile.
Per ogni situazione esiste una risposta specifica di intervento che rispetta in modo curato, delicato e professionale la storia familiare di ognuno. Il nostro studio “Il Filo Di Perle” nasce come spazio di consulenza e supporto alla famiglia a 360° grazie alla presenza di un’ostetrica, una pedagogista e due psicoterapeute. A fronte di questa emergenza è stato istituito IL FILO DIRETTO, servizio gratuito di consulenza telefonica a favore della popolazione durante il periodo COVID. A chi è rivolto? Persone in quarantena o in isolamento domiciliare, donne in dolce attesa o appena rientrate a casa dopo il parto, genitori in difficoltà nella gestione dei bambini, familiari preoccupati per la salute dei propri cari +39 375 5953531