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Attualità, Salute

Cosa ci serve ancora?

I camion dell'Esercito in fila lungo la strada, a Bergamo, e sopra le bare di chi, purtroppo, il Coronavirus si è portato via per sempre. Che cosa ci serve ancora, per capire che dobbiamo cominciare davvero a rispettare i divieti e le direttive. Basta, vogliamo responsabilizzarci.

I camion dell'Esercito in fila lungo la strada, là a Bergamo; sopra le bare di chi, purtroppo, oggi non c'è più (e sono solo una parte); padri e madri, nonni e nonne, zii e zie e amici che il Coronavirus ha strappato per sempre all'amore ed all'affetto dei familiari e dei parenti. Che cosa ci serve ancora? Che cosa vogliamo vedere di più, per renderci finalmente conto che questo non è un gioco, né tantomeno uno scherzo. Lo vogliamo, insomma, capire che quel messaggio che, ormai da giorni e giorni ci stanno ripetendo "Restate a casa", non è stato buttato lì, così giusto per, ma è un appello ben preciso per salvaguardare e tutelare la salute e la vita di tutti noi. Lo vogliamo capire che è il momento di responsabilizzarci e farlo in maniera seria, perché se andiamo avanti come abbiamo fatto fino ad oggi, altroché 15, 20 o 25 giorni, qui serviranno mesi e mesi per uscire davvero dall'emergenza e dalla situazione di criticità con la quale ci stiamo confrontando. Lo vogliamo capire, insomma! Smettiamola di fregarcene delle direttive e delle misure che sono in atto; piantiamola di dirci "Vabbè... una passeggiata, una corsetta o un'uscita in bicicletta in piazza, al parco oppure in campagna, cosa vuoi che sia? Male non può fare". Basta, cresciamo e diventiamo davvero adulti e mettiamoci in testa che se il contagio non si stabilizzerà e comincerà a diminuire, se continueremo ad andare avanti a non rispettare le limitazioni e i divieti, il ritorno alla normalità sarà qualcosa di molto e molto lontano. E per tanti e tanti altri ancora, purtroppo, non ci sarà nemmeno più, perché il virus, nel frattempo, se li sarà portati via per sempre.

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