"I nuovi dati mettono apprensione, le misure di contenimento attuate sono serie ed elogiate all’estero, ogni previsione può essere fatta al massimo a quattordici giorni".
Nessuna conferma, come è ovvio che sia, ma soprattutto per la Lombardia in questo momento nessuno si illude che le scuole possano davvero riaprire il 16 marzo. Da più parti, per lo più del mondo scientifico, infatti, si inizia a valutare per tempo e razionalità se e fino a quando questa situazione potrebbe proseguire.
Sul fronte scientifico la voce di Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, è chiara: "I risultati di questa misura, la chiusura degli edifici scolastici, hanno un’evidenza se la stessa misura può essere prolungata nel tempo". Quanto tempo? Ricciardi, docente di Sanità pubblica, sul timing non si sbilancia, altri epidemiologi parlano apertamente di uno o due mesi ulteriori.
Uno dei trait-d’union tra la politica e la scienza, il viceministro della Salute Giampaolo Sileri, medico chirurgo, riassume così: "I nuovi dati mettono apprensione, le misure di contenimento attuate sono serie ed elogiate all’estero, ogni previsione può essere fatta al massimo a quattordici giorni". Il periodo di incubazione.
"Il picco del virus si attende per inizio aprile", dice il dottor Federico Gelli, coordinatore dell’Unità di crisi della Asl Toscana Centro. Potrebbe essere anche più avanti. Di fronte al possibile allungamento di data si sta provando a organizzare — tra mille difficoltà tecniche e culturali — il lavoro delle lezioni a distanza immaginando un rientro possibile il 6 aprile o mercoledì 15, dopo le vacanze pasquali.
Ovviamente, nessuna decisione è stata ancora presa al momento, e tutto dipenderà dalla crescita o rallentamento nei contagi. Certo è che la situazione è ora monitorata e già allo studio.