Pur in piena emergenza, abbiamo avuto l'opportunità di tornare ad intervistare il primario di malattie infettive di Legnano Paolo Viganò, per comprendere l'andamento della situazione del Coronavirus.
Niente allarmi, ma grande serietà e responsabilità. Così si può riassumere la posizione del primario di malattie infettive Paolo Viganò, chiamato in questi giorni a gestire e curare i pazienti affetti da Coronavirus ricoverati presso l'Ospedale di Legnano.
Sulla situazione legnanese, sia per rispetto della privacy sia per lasciare lavorare nell'interesse di tutti, massimo riserbo: "Non siamo in emergenza - ci dice - Siamo attrezzati, abbiamo medici, infermieri e personale di grande professionalità. C'è chi dice che siamo eroi, in realtà facciamo solo il nostro lavoro. Eroe è chi va in miniera, chi si alza al mattino a raccogliere la spazzatura, ecc. Noi dobbiamo solo rimboccarci le maniche e gestire con professionalità ogni evenienza".
Ma come valuta la situazione attuale? "Si tratta del primo vero caso di epidemia in un Paese democratico - ci spiega senza mezze misure, ma con grande onestà come suo solito - In altre realtà, se viene bloccato tutto la gente deve attenersi o ne paga le conseguenze. Da noi ci sono i 'distinguo', il fare a modo proprio ecc. Se tutti seguivano le indicazioni ministeriali di distanza, lavaggio mani, evitare posti affollati, fornite, non servivano le misure di chisura del Governo, ma visto che, purtroppo, è difficile farle condividere da tutti è necessario proseguire con la riduzione di attività sociali".
Quindi chiusura scuole e attività con pubblico ancora? "I dati al momento non indicano ancora che abbiamo toccato l'apice e il contagio stia diminuendo - commenta - quando si arriverà si potrà valutare. Certo, non ci siamo ancora a livello di mentalità, e mi preoccupa quando le cose inizieranno ad andare meglio. Serve rigore: se si chiede di sospendere scuola, Messe, ridurre le uscite degli over 65... e poi mandiamo i figli a feste nei locali comuni dei condomini, gli anziani vanno a far la spesa nei weekend invece che in settimana, ecc. siamo punto e a capo. Ognuno deve essere responsabile per sè e per gli altri".
Ma come si dovrebbe agire? "Solo con grande e attenta responsabilità - prosegue - Si starnutisce? Lavarsi o disinfettarsi subito le mani. Se si prendono le mascherine si impari ad usarle e non le si tocchi ogni due secondi perchè son scomode, altrimenti peggiorano le cose. Anche le distanze sociali vanno rispettate: se ci chiedono di non andare a Messa o a scuola, perchè poi organizzare serate al chiuso? In questo manca la responsabilità condivisa in Italia".
Come e quando potrà evolvere la situazione? "Difficile dirlo - conclude - ora stiamo ancora gestendo l'ondata di contagi prima delle restrizioni. Se tutti stiamo attenti, probabilmente in pochi giorni si toccherà il picco per poi diminuire. Serve garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario, poi a poco a poco si riprende. Noi siamo messi ancora bene, per questo abbiamo il dovere, come Ospedali, di aiutare (accogliendo pazienti) le strutture dalla bassa Lombardia".