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Salute, Scuola

La Regione chiede "scuole ancora chiuse"

Per quanto riguarda la chiusura delle scuole, Regione Lombardia ha richiesto di mantenere ancora valida per una settimana la chiusura.

Per quanto riguarda la chiusura delle scuole, Regione Lombardia ha richiesto di mantenere ancora valida per una settimana la chiusura. In merito SI ATTENDE la risposta del Governo.
L'idea è mantenere, in base a valutazioni scientifiche, un sacrificio per ancora qualche giorno per poi voltare pagina. Ancora una settimana di contenimento per tutta la Regione.
Seguiranno aggiornamenti.

Nota ufficiale Regione Lombardia
“In base ai casi accertati la diffusione del virus e’ ancora circoscritta e l’incidenza e’ alta in alcune aree pari a circa al 3% della popolazione regionale.
Il COVID-19 per il 90% dei pazienti e’ facilmente risolvibile, ma nel restante 10% dei casi, soprattutto se anziani o con un quadro clinico compromesso, richiede il passaggio in terapia intensiva. Nelle zone ad alta incidenza gli ospedali (Codogno, Lodi, Cremona, Alzano) hanno dovuto affrontare situazioni emergenziali sia per l’elevato numero di casi, sia perche’ l’10% delle positivita’ riguarda operatori sanitari. Fino ad oggi il resto della rete ospedaliera e’ ancora in grado di dare risposta”.
Dalle prime evidenze ogni soggetto positivo trasmette il COVID-19 ad altre 2 persone (r0=2). Se la diffusione si estende, gli ospedali andranno in grave crisi non solo per i ricoveri da Coronavirus ma per tutti i pazienti. Infatti, sono numerose le patologie che richiedono il ricorso alle cure intensive ma i posti disponibili sono limitati”. “Le malattie che richiedono un ricovero in terapia intensiva – prosegue la nota – sono molteplici e possono verificarsi in tutte le eta’; possono interessare i neonati, i pazienti malati da molto tempo o persone che poco prima stavano bene, come i soggetti traumatizzati o quelli sottoposti ad interventi chirurgici difficili ed impegnativi”.
“Per questo e’ stato necessario adottare le misure restrittive previste dal DPCM del 25 febbraio che, alla luce dei dati ad oggi disponibili, si sono rivelate corrette in quanto consentono di contenere, o perlomeno rallentare, la diffusione del virus".

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