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Cuggiono, Musica, Storie, Milano

La 'lectio' di Branduardi

Il grande cantautore si è raccontato in un incontro in Bicocca.

Alla fiera dell’est... per due soldi, un topolino mio padre comprò...” Chi non conosce questa canzone ormai immortale? “Una canzone che ormai non appartiene più al suo artista vale più di ogni cosa, perchè rimane nella storia e trapassa la vita stessa dell’autore...”. È forse questa la sintesi più importante e significativa della conferenza di Angelo Branduardi all’Università Bicocca di Milano. Due ore in cui il menestrello cuggionese ha parlato a cuore aperto, dalle sue orgini alle sue aspirazioni, dalla potenzialità di comunicare attraverso la musica, alla cura filologica della storia e dei maestri della musica impegnata. Davanti a molti studenti Angelo Branduardi ha dialogato con Mario Luzzato Fegiz (giornalista e critico musicale) sul tema della comunicazione in musica, tra spunti e riflessioni che hanno caratterizzato la sua storia musicale. Sia l’artista, che ha appena pubblicato l’ultimo album dal titolo ‘Il cammino dell’anima’, sia lo storico critico musicale del ‘Corriere della Sera’ hanno risposto con entusiasmo e interesse alla proposta effettuata dagli studenti del Corso di Laurea in Comunicazione Interculturale di Milano-Bicocca, organizzatore dell’evento. Tra la proiezioni di video musicali ormai storici e racconti delle origini, quando imparò a suonare il violino, Branduardi ha voluto raccontare “della musica in generale, di quello che sa, che non è scritto da nessuno parte ma che è maturato in lui nel corso degli anni”. Alcuni particolari passaggi sono stati riferiti alla musica sacra, tema caro al cantautore che si cimentò con lo straordinario album ‘L’infinatamente piccolo’, richiesto direttamente dai frati francescani e musicato magistralmente da Branduardi, tanto da portarlo ad esibirsi in oltre 300 concerti, senza dimenticare l’esibizione di fronte al Papa in occasione di una Giornata Mondiale della Gioventù. Un incontro profondo ed emozionante, ricco di note di colore e di umanità, per la narrazione di uno spartito di un artista senza tempo.

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