Ogni anno, a Natale, due orde schiamazzanti si fronteggiano brutalmente. Oggetto del contendere è l’allestimento del Presepe nelle scuole pubbliche.
Ogni anno, a Natale, due orde schiamazzanti si fronteggiano brutalmente. Oggetto del contendere è l’allestimento del Presepe nelle scuole pubbliche. Da una parte si assiste allo strepitio della più classica ideologia anticlericale che, nel timore dell’imminente ritorno del Papa Re, difende la laicità del suolo Patrio dal rapace artiglio cesaropapista. Così, nel nome della libertà e nel sacro timore di non offendere chi cristiano non è, costoro lamentano e piangono affinché il Presepe non compaia o – se si adunano in ritardo – che scompaia il prima possibile (personalmente non ho mai capito perché i musulmani o gli ebrei o gli agnostici dovrebbero offendersi per la presenza del Presepe – preciso che ho amici tra tutti e tre gli insiemi di persone citati e nessuno di loro s’è mai sentito offeso o minacciato dalla rappresentazione della Natività). Esiste un altro schieramento, diametralmente opposto, non meno agguerrito del primo: è rappresentato dagli araldi della difesa delle tradizioni nostrane, tra le quali rientrano i segni religiosi quali imprescindibili tasselli di una identità preziosa quanto pericolante, messa a rischio da orde di pericolosi invasori disarmati e inermi. Nel nome della polenta e del salame cotto bisogna a tutti i costi resistere e, dunque, guai a chi tocca il Presepe (pazienza se poi questi stessi epigoni della tradizione cattolica non frequentino una chiesa dal tempo della Cresima). Da credente e praticante quale sono (con buona pace dei benpensanti il credente non praticante non è un credente vero) osservo che Gesù, oggi come venti secoli fa, viene strattonato da una parte e dall’altra, ridotto a strumento di propaganda degli uni e degli altri. A questo punto mi viene da pensare che forse, per restituire il Presepe alla sacralità e alla gioia che il mistero dell’Incarnazione del Verbo meriterebbe, potrebbe essere meglio evitare di allestire il Presepe nelle scuole pubbliche… ce ne faremmo una ragione.