Domenica erano presenti famiglie provenienti dall’Albania, altre dall’Uganda, dalle Filippine, dal Brasile, dall’Argentina, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e da molti altri paesi.
Una basilica gremita di bandiere per una santa messa internazionale. Quella celebrata domenica mattina a Magenta dal parroco don Giuseppe Marinoni aveva un significato particolare nell’ambito delle celebrazioni di San Martino, un santo che viaggiò molto e che divise il suo mantello con i poveri. Aveva il significato dell’accoglienza e del dialogo. “Magenta non è più quella del 1959 quando si celebrava il secolo dalla battaglia di Magenta – ha detto don Giuseppe – e nemmeno quella del 1959 quando cadde il muro di Berlino. Magenta è cambiata tantissimo in questi anni, così come sono cambiati tutti i paesi d’Italia. A messa la domenica vedo famiglie sudamericane, asiatiche, di origini africane. Famiglie che, da qualche anno, vivono con noi e condividono le nostre tradizioni”. E così domenica erano presenti famiglie provenienti dall’Albania, altre dall’Uganda, dalle Filippine, dal Brasile, dall’Argentina, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e da molti altri paesi. E’ la prima volta che la basilica ospita una celebrazione come quella di domenica. Nell’ambito delle festività dedicate a San Martino venerato non solo dalla chiesa Cattolica, ma anche da quella Ortodossa e da quella Copta. Don Giuseppe punta molto sul dialogo tra persone di culture differenti. “Ci può solo arricchire – ha detto – a Magenta abbiamo concesso la chiesa di San Rocco agli amici ortodossi e abbiamo un dialogo continuo con i fratelli di religione musulmana. Oggi lanciamo la sfida del dialogo”. Le celebrazioni di San Martino a Magenta si concluderanno lunedì sera in basilica con il concerto e il conferimento del 21^ San Martino d’Oro.