Mese Missionario Straordinario: tre storie di giovani del nostro territorio.
Si parla tanto dei giovani. E, il più delle volte, male. Accusati di non avere più valori, egoisti, fuggenti ogni responsabilità. Eppure ci sono giovani che scelgono di dedicare le loro “vacanze” dallo studio o dal lavoro per gli altri, felici di affiancarsi a sostegno di progetti con l’obiettivo di aiutare chi vive situazioni di estrema difficoltà negli angoli più remoti e dimenticati della Terra, in Italia o nel mondo. La testimonianza controcorrente di alcuni di loro, di chi, invece dei luoghi turistici, ha percorso le strade più povere e desolanti dell’uomo, senza il timore di “sporcarsi le mani”, possa dare valore a quanti ogni giorno, concretamente, con le proprie scelte, comprendono di vivere, senza nessun merito, nell’abbondanza di risorse e possibilità, e non si tirano indietro nella costruzione di un mondo migliore, per tutti. È una responsabilità anche nostra! Così, in questo ottobre speciale, annunciato da Papa Francesco come ‘Mese Missionario Straordinario’, dal tema ‘Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo’, si rinnova la consapevolezza di dover essere una Chiesa in uscita, in missione nel mondo (gli appuntamenti diocesani: 26 ottobre Veglia missionaria in Duomo, 31 ottobre Notte dei Santi in chiave missionaria per gli adolescenti).
Emanuele, da Inveruno a Nairobi
Emanuele Bosetti di Inveruno, dopo il volontariato in Moldova, quest’estate ha vissuto un’esperienza con i Cantieri della Solidarietà in Kenya.
Il sorriso di Michela in Bangladesh
Michela Martinelli è partita da Turbigo alla volta del Bangladesh, grazie a un progetto conosciuto tramite l’Università Cattolica, ‘Mission Exposure’, realizzato in collaborazione con il PIME.
Letizia in missione in Indonesia
Letizia Gualdoni, da Cuggiono fino a Nias, un’isola ai margini del vasto arcipelago dell’Indonesia, per un’esperienza con Caritas Ambrosiana, impegnata in un servizio di assistenza alla disabilità in due case di accoglienza e assistenza per bambini con disordini mentali, abbandonati dalle famiglie d’origine o malnutriti, oltre alle visite nei villaggi.