Il racconto di chi ha trascorso queste festività pasquali fuori casa
Il detto recita: 'Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!' e, come sempre, la saggezza popolare si conferma veritiera: mentre il 25 dicembre si festeggia tradizionalmente con i parenti tra pacchetti da scartare e pranzi luculliani, sono sempre di più le persone che scelgono di passare la Pasqua lontani da casa, perchè no in una città d'arte, italiana o europea. Così, capita che chiedendo a un passante (perchè si sa che le mappe tradiscono sempre il turista) in un impeccabile francese dove si trovi il Pantheon, l'altare della scienza trasformato in mausoleo di tutti i grandi della letteratura e della scienza di Francia, che domina dall'alto della sua collina tutto il Quartiere Latino... il passante lo senti parlare in un francese un po' più claudicante, e allora, vagamente insospettito dall'accento, chiedi: "Ma lei è Italiano???" e lui ti risponde: "Sì, vengo spesso qui a Parigi, ma come si arriva da qui al Pantheon non glielo saprei proprio spiegare..." Il fatto che anche i passanti a cui si chiedono informazioni risultino essere stranieri la dice lunga sul numero dei turisti che hanno scelto la capitale francese per trascorrere la loro Pasqua fuori porta. Altra grande fonte di saggezza non proprio popolare e di conoscenza è l'indispensabile guida turistica che, puntualmente, recita: "Un aprile a Parigi può essere bellissimo, ma anche molto piovoso". Ma dai, chi ci crede a questo meteo improvvisato? E invece anche qui l'auctoritas non mente! E il peggio è ce non ci sono ombrelli che tengano alla furia degli elementi che si riesce a scatenare in città: si inversano e si rompono per il vento, non proteggono dalla pioggia e va a finire che ti inzuppi completamente e poi sei costretto a rifugiarti alle Galeries Lafayette (il centro commerciale più celebre e rinomato di Parigi, paragonabile in certa misura alla nostra Rinascente) per asciugarti e scaldarti. Ma è impagabile, dopo una lavata di questo tipo, arrivare su su fino al Sacré Coeur, la basilica che domina dall'altro uno splendido Montmartre, quartiere degli artisti (quello descritto nel film 'Moulin Rouge', insomma), e vedere un cielo di un azzurro cristallino stagliarsi sopra alla pietra candida delle mura, mentre ti godi il panorama del resto della città ai tuoi piedi, coperta di nuvole nere... Mura candide, per altro, perchè quando piove il materiale produce un limo fangoso che elimina tutte le impurità e impedisce allo smog di attaccare. A parte gli scherzi, del destino o di chi scrive, la capitale francese "val bene una Messa", come disse il sovrano Enrico IV quando si convertì al cattolicesimo e salì al trono: la città delle luci sa stregare e affascinare con la sua grandeur, il suo essere monumentale, poetica, ispiratrice. Ecco gli imperdibili:
- Il biglietto 'combiné' per l'accesso alla Tour Eiffel, che coniuga la comodità dell'ascensore (che porta dal secondo piano fino alla cima, dove sono indicate le distanze in linea d'aria con tutte le grandi città del mondo) con il fascino di salire a piedi all'interno dei mastodontici piloni di quel monumento che ha reso così celebre Parigi. E pensare che 20 anni dopo la sua costruzione (per l'Exposition Universelle del 1889) doveva essere demolita... Di sera, poi, il fascino di quelle 15.000 parti di metallo e 2,5 milioni di chiodi illuminati con vista dal Trocadero è enorme.
- Una visita a Place de la Concorde, per godersi la vista degli Champs Elisées fino all'Arco di Trionfo, il Louvre, la Chiesa della Madeleine e uno splendido obelisco con un solo sguardo che riesce ad abbracciare il tutto.
- Il Museo del Louvre, 'sede' di una affollatissima sala della Gioconda. Ma anche della Nike di Samotracia, della Venere di Milo, dell'Amore e Psiche del Canova e di tanti altri dipinti di Leonardo da Vinci più bistrattati dai galleristi (si trovano appesi in una galleria qualsiasi, senza particolari menzioni) nonchè dai turisti, ma bellissimi, come la Vergine delle Rocce.
- Notre Dame de Paris, una cattedrale ricca di storia e di ispirazioni, resa celeberrima dal romanza omonimo di Victor Hugo, che fu il fautore della sua restaurazione, nonchè luogo dell'incoronazione di Napoleone.
- Una cena in un bistrot a base di galettes de sarrasin, vale a dire quelle che noi chiamiamo erroneamente crepes salate e che cuciniamo altrettanto erroneamente con le uova. Quelle vere sono una delizia per il palato, soprattutto se seguite da una crepes dolce con cioccolato e panna montata. Per provare davvero il... gusto di essere francesi.