Tutti in strada, ancora una volta, per fare sentire la loro voce. I devastanti effetti dei cambiamenti climatici, evidenti anche questa estate, sollecitano la politica al ‘green’.
Tutti in strada, ancora una volta, sull’esempio di Greta Thunberg. Tutto iniziò alcuni anni fa: quando, nel 2015, migliaia di persone si misero in cammino per marciare per il clima, Greta aveva appena dodici anni. L’evento di allora si chiamava ‘Global Climate March’ ed era una delle prime manifestazioni, di tale portata, nata da associazioni e cittadini per ricordare ai politici - riuniti al tempo nella Cop21 di Parigi - l’importanza di prendere decisioni concrete per invertire la rotta delle emissioni. Ora, questa giovane attivista, iconica della lotta delle nuove generazioni, è il simbolo di una rivoluzione verde che parte dal basso. Per molti è sostenuta da lobby, chi la segue a volte viene ironicamente definito ‘Gretino’, viene irrisa per la sindrome di Asperger, ma alcune cose che dice, piaccia o meno, ci riguardano tutti e non sono opinabili. Prendiamo alcuni estratti dal discorso pronunciato all’ONU negli scorsi giorni: “Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote... Le persone stanno soffrendo, le persone stanno morendo, interi ecosistemi stanno crollando. Siamo sull’orlo di un’estinzione di massa e tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e l’illusione di una crescita economica perenne. Come osate continuare a distogliere lo sguardo e venire qui a dire che state facendo abbastanza, quando la politica e le soluzioni necessarie non sono ancora in vista? Le risorse del nostro pianeta sono limitate: è il nostro modello di crescita che va rivisto. Ci sono sette miliardi di persone nel mondo”. Incendi in Amazzonia, Siberia, Africa; uragani devastanti; ghiaccio che si scioglie ai poli, così come sulle Alpi; bombe d’acqua. Certo, forse nel 2050 molti che ora la deridono già non ci saranno più, ma tutti gli altri (bambini, ragazzi e giovani) sono in piazza anche in questo venerdì. “Le decisioni che i politici prendono o non prendono oggi impattano sulla vita di noi giovani che saremo gli adulti di domani. Chiediamo di avere un futuro. È troppo secondo voi?”
IDEE, PROGETTI, RIFORME: COSA FANNO I VARI STATI?
Tra i primi Paesi europei a rispondere alle richieste di un cambio di rotta per tutelare il clima vi è la Germania. Il governo tedesco ha infatti deciso di investire 100 miliardi in dieci anni e punta sull’economia green: “Più treni e tasse sui voli”. Il governo Merkel si è impegnato per 54 miliardi di euro entro il 2023, e 100 miliardi entro il 2030, per finanziare un robusto piano di tutela dell’ambiente. Le cifre sono contenute nel pacchetto di misure salva-clima concordate all’interno della Grosse Koalition. Il piano prevede tra le altre cose di puntare sul potenziamento del trasporto ferroviario, investendo la maggior parte dei fondi promessi nelle