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Territorio

Cresce la 'Lega Nord' e il non-voto

Il risultato probabilmente più scontato era la riconferma (per la quarta volta, ndr) di Roberto Formigoni alla guida della Regione Lombardia. Ciò che si temeva, ma si sperava non avvenisse in queste proporzioni, è il numero degli astenuti al voto (oltre il 35% degli aventi a diritto), facendolo divenire il reale ‘primo partito’. Un dato questo molto serio, su cui riflettere, da parte di istituzioni e candidati che è sintomatico di un malessere diffuso alimentato dalla crisi economica e dagli scandali giudiziari degli ultimi mesi. Ma, tra coloro che si sono recati alle urne, emergono comunque risultati davvero interessanti, sia in ambito nazionale sia locale. Il Popolo della Libertà si conferma partito di riferimento nazionale, ma, soprattutto qui al nord, la Lega Nord in più di un’occasione è divenuta il movimento politico più votato. Il caso del Veneto è emblematico, ma anche nel nostro territorio il sorpasso, da alcuni temuto, si è davvero concretizzato: in paesi come Marcallo con Casone, Buscate, Cuggiono e Nosate il ‘carroccio’ si è nettamente affermato nelle preferenze. Ma anche nei restanti paesi, la distanza dal PdL è ridotta a pochissimi punti percentuali di scarto (eccenzion fatta per Arconate dove la vicinanza politica col Senatore Mario Mantovani ha accentuato le distanze). Grande soddisfazione, per il nostro territorio per l’elezione in consiglio regionale di tutti i candidati che si erano proposti: Alessandro Colucci e Sante Zuffada per il Popolo della Libertà, Fabrizio Cecchetti della Lega Nord, Francesco Prina e Carlo Borghetti per il Partito Democratico. Unanime, a prescindere dal partito di riferimento, la soddisfazione e il ringraziamento agli elettori per quanto avvenuto nella tornata elettorale. La rappresentaza locale nel palazzo della Regione risulta così sostanziosa e questo non può che essere di buono auspicio con la speranza che anche i nostri paesi possano godere di incentivi e progetti di riqualifica e sviluppo in anni importanti come quelli che precederanno l’Expo 2015. Anche se in realtà i dibattiti sui temi reali e quotidiani sono mancati anche in campagna elettorale, ora non rimane che ‘tornare al lavoro’ per migliorare la Lombardia ed incentivare la ripresa.

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