Storia, caduta e rinascita del picchiaduro più violento del mondo. Il videogioco che ha conquistato milioni di persone, rivoluzionando il modo di concepire i giochi di lotta.
Omini in pixel che se le danno di santa ragione
Era il 1976 quando arrivò nelle sale giochi il titolo 'Heavyweight Champ' edito da SEGA Games. Il gioco si ispirava ai mach di pugilato americano e lo scopo era quello di mettere K.O. l'avversario dell'altro giocatore; era nato il genere picchiaduro. Negli anni a venire vi furono diversi titoli che cercarono di copiare il grande successo di 'Heavyweight Champ', ma senza riuscirci a pieno. Si dovrà attendere il 1991 con l'uscita di 'Street Fighter II', che a differenza del primo capitolo uscito nel 1987, si distinse per la grafica accurata dei personaggi e per la varietà di mosse e attacchi speciali che si potevano eseguire con una rapidità e fluidità mai viste prima in un videogioco arcade. Fu uno dei più grandi successi commerciali di Capcom e una vera rivoluzione per il genere, ma la vera svolta era dietro l'angolo.
1992: la svolta
Nello stesso anno in cui Street Fighter II si diffondeva a macchia d'olio nelle sale giochi di tutto il mondo, due sviluppatori di Chicago Ed Boon e John Tobias stavano lavorando a un titolo destinato a fare la storia dei videogiochi. Il progetto originale doveva essere un action game che sfruttava la tecnica sperimentale e poco ortodossa del collage digitale; ossia fotografare attori in carne e ossa per poi digitalizzare le immagini al computer; una tecnica non molto pratica, ma che permetteva di realizzare giochi visivamente realistici. Il protagonista di suddetto gioco avrebbe dovuto essere niente meno che Jean Claude Van Damme, che in quel periodo stava spopolando a Hollywood con i sui film pieni d'azione al cardiopalma. Ma a causa dei tanti impegni dell'attore e degli elevati costi di produzione, tale progetto venne cancellato. Dopo la cancellazione, John Tobias e Ed Boon non rimasero con le mani in mano, e decisero di mettersi al lavoro su un operazione differente ma che sfruttasse la stessa tecnica che avevano in mente per il precedente progetto. Avevano osservato il fenomeno di 'Street Fighter II' come spunto iniziale, ma la loro visione era molto più violenta e cupa rispetto al colorato e cartoonesco cabinato Capcom. Fondendo i film di arti marziali di Bruce Lee come 'I tre dell'operazione drago' e l'assai iconico e poco conosciuto 'Messaggi da forze sconosciute' (tratto da una sceneggiatura che stava scrivendo prima di morire) insieme all'estetica del cult fracassone di John Carpenter 'Grosso guaio a Chinatown', i due stavano per dare vita a un gioco che li avrebbe consacrati come mostri sacri del panorama videoludico anni '90.
L'epoca d'oro
Il successo fu immediato. Milioni di ragazzini in tutto il mondo facevano la fila nelle sale giochi per poter giocare al nuovo ed emozionante titolo edito da Midway. Tale successo portò alla realizzazione di un seguito, uscito l'anno dopo con il titolo 'Mortal Kombat II'. Oltre all'introduzione di nuovi personaggi e una trama molto più complessa del primo capitolo, la risoluzione della grafica è aumentata rispetto al precedente episodio, i guerrieri hanno più di una Fatality ciascuno e sono state introdotte in maggior numero le Stage Fatality in cui lo scenario aiuta a uccidere il perdente in modo spettacolare. Furono anni d'oro per Ed Boon e John Tobias, La scalata al successo era garantita, ma si sa la via della gloria è tappezzata di insidie e passi falsi e questi non tardarono ad arrivare.
Un gioco sfacciatamente ultra violento
Il gioco si distinse dagli altri picchiaduro non per la grafica rivoluzionaria, ma per l'iper violenza mostrata in esso. Infatti, oltre agli schizzi di sangue che volavano ad ogni colpo inferto al combattente, nel gioco vennero introdotte le cosiddette Fatality, ossia le mosse finali per fare a pezzi l'avversario a fine incontro, una vera e propria orgia splatter da fare invidia ai film di Sam Raimi e Brian Yuzna. Le braccia e le gambe venivano strappate, le teste staccate dal corpo con tutta la spina dorsale, i corpi esplodevano o venivano inceneriti da palle di fuoco e fulmini, inutile dire che la cosa non passo inosservata. Molti genitori e militati conservatori protestarono per la violenza esplicita che veniva mostrata nel gioco, tanto da vietarne la distribuzione in paesi come la Germania e il Regno Unito. Il dibattito attorno al videogioco si fece così acceso da portare i rappresentanti di Nintendo e SEGA a discutere della questione in tribunale, finché nel 1994 non venne istituita la ESRB (Entertainment Software Rating Board), un ente americano il cui obiettivo era classificare i videogiochi così da riportare chiaramente sulla confezione l'età consigliata e i contenuti per adulti. Insomma, 'Mortal Kombat' non solo era il primo picchiaduro esplicitamente violento, ma era anche riuscito a creare un ente per la censura e la classificazione dei videogiochi, cosa che fino a quel momento non era mai stata fatta. Il peggio sembrava passato, ma la verità era un'altra.
Il declino
Dopo l'uscita di 'Mortal Kombat III' era giunto il momento per il gioco di svecchiarsi e rinnovarsi in occasione dell'arrivo del nuovo millenio. Verso la fine degli anni '90, la grafica 3D stava cominciando a fare i primi passi nel mondo dell'entertainment. In quegli anni uscirono anche i primi picchiaduro in 3D, come Virtua Fighter, Killer Instinct e il primo capitolo di Tekken. A confronto con questi nuovi titoli, le scontornate animazioni in 2D di Mortal Kombat cominciarono a essere assai obsolete. Così per il quarto capitolo si decise di passare alla grafica 3D, inutile dire che il risultato finale fu assai deludente. Animare personaggi in 3D era molto più difficile del previsto, e così tecniche speciali e Fatality vennero ridotte all'osso e semplificate facendo perdere alla serie il lustro che l'aveva caratterizzata fino a quel momento. A nulla servirono gli aggiornamenti e i vari spin-off che seguirono dopo, il declino era cominciato.
La rinascita
Dopo il fallimento Midway Games, causato dalle troppe perdite economiche accumulate negli anni, molte delle sue proprietà vennero vendute alla Warner Bros. la quale chiese a Ed Boon e al suo team (che nel frattempo aveva cambiato nome in 'NetherRealm Studios' in onore di uno degli scenari del gioco) di sviluppare un nuovo gioco di 'Mortal Kombat'. Annunciato nel 2009 e uscito il 19 aprile del 2011, il nuovo gioco fu un reboot totale del franchise. La grafica 3D negli ultimi anni aveva fatto passi da gigante, anche grazie alla tecnica del Motion capture che permette la registrazione del movimento del corpo umano, in particolare della mimica facciale degli attori protagonisti. Il nuovo capitolo di 'Mortal Kombat' polverizzò ogni precedente record di critica e pubblico, e tornò a far parlare di sé per la violenza portata ai limiti estremi, che innalzò una nuova ondata di polemiche e censure nei confronti di essa. Nel 2015 usci 'Mortal Kombat X' che oltre ad una nuova sfilza di contenuti, introduceva per la prima volta nella serie alcuni personaggi della cultura pop come Alien, Jason Voorhees, Leatherface e Predator. Giunto all'undicesimo capitolo nell'aprile del 2019, il franchise creato da Ed Boon e John Tobias nel lontano 1992 è di diritto una pietra miliare nella storia dei videogiochi, capace d'incantare sia le vecchie che le nuove generazioni.
Botte da orbi anche al cinema
Come tutti i grandi videogiochi di successo era inevitabile che 'Mortal Kombat' attirasse l'attenzione di Hollywood, in particolare del produttore Larry Kasanoff, responsabile di alcuni grandi cult dell'epoca come 'True lies' di James Cameron e 'Strange days' di Kathryn Bigelow. dopo il grande fallimento del primo film tratto da un videogioco 'Super Mario Bros.' che aveva gettato una grande ombra sul fiorente genere dei cinevideogame, Hollywood non si era data per vinta, anzi spinse l'acceleratore oltre il limite. Molti progetti nacquero, fallirono o morirono in quegli anni turbolenti, fra di essi non poteva mancare Mortal Kombat. A dirigere il film venne chiamato un giovane cineasta Inglese Paul William Scott Anderson, esule dal suo primo esordio cinematografico 'Shopping' film di fantascienza con l'altrettanto esordiente Jude Law, e che avrebbe diretto in futuro il primo film della saga di 'Resident Evil'. Non ostante gli effetti speciali praticamente risibili e il fatto che la pellicola presenti delle grandi differenze con il gioco da cui è tratto, in particolare nella violenza volutamente smorzata per rendere il film accessibile a tutti; rispetto ad altri adattamenti del genere, 'Mortal Kombat' fu un grande successo al botteghino e si distinse come primo grande detentore del titolo di maggior incasso per un film tratto da un videogioco. Tale successo porto allo sviluppo di un seguito 'Mortal Kombat: distruzione totale' esordio alla regia di John R. Leonetti, futuro regista di 'Annabelle' e ironicamente direttore della fotografia del primo film. Uscito nel 1997 il film fu un vero fiasco sia di critica che di pubblico e compromise i piani per un terzo capitolo. In tempi più recenti è stato avviato un progetto per un reboot cinematografico, che dovrebbe essere prodotto e supervisionato da James Wan. Reduce dal grande successo di Acquaman, Wan è pronto per portare un'altro grande blookbuster al cinema in veste di produttore esecutivo stavolta. La sceneggiatura è stata scritta dall'esordiente Greg Russo, basandosi su una prima bozza scritta da Oren Uziel 'Sonic il film' e David Callaham 'Doom'. Il reboot sarà diretto dall'altrettanto esordiente Simon McQuoid, regista pubblicitario famoso per aver diretto gli spot per playstation e 'Halo 3'. il nuovo film, rispetto ai precedenti sarà vietato a minori, mostrerà le Fatality e introdurrà un personaggio nuovo di zecca, un po' come è successo per i film della saga di 'Resident Evil'.
Trama generale del gioco
Il Mortal Kombat è un grande torneo di arti marziali aperto a tutti che si svolge ogni generazione: guerrieri da tutto il mondo si riuniscono per stabilire chi sarà il campione assoluto. Pochi sanno che in realtà il torneo non è altro che il mezzo attraverso cui l'Outworld può impossessarsi della Terra vincendo dieci tornei di seguito. Ne hanno già vinti nove e questo è quello decisivo, e solo il dio del tuono Raiden può impedire al malvagio stregone Shang Tsung di vincere l'ultimo torneo che permetterebbe alle forze dell'Outworld di invadere la Terra. Raiden raduna una squadra formata dai più forti combattenti del pianeta per vincere il torneo, e respingere una volta per tutte le forze maligne che minacciano il nostro mondo.
Scheda dei personaggi del primo capitolo
Raiden: Dio del fulmine e protettore della Terra, alleato con i terrestri per impedire che Shang Tsung si impossessi del loro Regno. È in grado d'incenerire l'avversario con le sue saette.
Liu Kang: Monaco shaolin, partecipa al torneo per scoprire chi è l'assassino del fratello. È in grado lanciare palle di fuoco per sconfiggere l'avversario.
Sonia Blade: Agente di un gruppo di forze speciali, è in cerca di vendetta nei confronti di Kano che ha ucciso un suo compagno di squadra. Agile e veloce nei movimenti, Sonya è in grado di mandare l'avversario dall'altro lato con la sola forza delle sue gambe.
Johnny Cage: Star Hollywoodiana di grande successo, partecipa al torneo per smentire le critiche che lo etichettano come finto maestro di arti marziali. Sbruffone e pieno di sé, Johnny è in grado di eseguire una spaccata, per sferrare un pugno alle parti basse dell'avversario.
Sub-Zero: Ninja del clan del Lin-Kuei, assoldato per assassinare Shang Tsung. Ha il potere di congelare l'avversario, per poi farlo esplodere in mille pezzi.
Scorpion: Ninja non-morto, resuscitato al servizio di Shang Tsung. Il suo vero intento è vendicare la propria morte avvenuta prematuramente a causa di Sub-Zero. La sua arma principale sono due kunai, ossia delle catene munite di lancia con cui afferra oppure uccide gli avversari.
Reptile: Ninja e guardia del corpo di Shang Tsung. Come suggerisce il nome, ha tutte le caratteristiche e i poteri di un rettile. È in grado di strappare la testa all'avversario con un morso.
Shang Tsung: Stregone al servizio dell'imperatore Shao Kahn, in grado di risucchiare l'anima ai suoi avversari sconfitti. Ha l'ordine di vincere per 10 volte consecutive il Mortal Kombat per poter conquistare il Regno della Terra. Tramite il controllo delle anime dei caduti in battaglia, è in grado di assumere l'aspetto e le abilità dei combattenti morti nel gioco.
Kano: Leader dell'organizzazione criminale Drago Nero, è in fuga da Sonya dopo aver ucciso un suo compagno di squadra. Riconoscibile per una placca di ferro che gli copre un lato della faccia, Kano è in grado di strappare il cuore ancora pulsante all'avversario
Goro: Essere per metà umano e per metà drago, con quattro braccia, appartiene alla razza degli shokan, di cui è il principe. È campione del Mortal Kombat da 500 anni e autore della morte di Kung Lao, primo campione del Mortal Kombat e antenato di Liu Kang. Goro è in grado di staccare braccia e gambe all'avversario in una sola mossa.