Il nostro futuro sarà presto cashless? Se ne è parlato lunedì mattina (8 luglio) nella conferenza stampa di apertura della seconda edizione della Milano Digital Week.
Il nostro futuro sarà presto cashless? Se ne è parlato lunedì mattina nella conferenza stampa di apertura della seconda edizione della Milano Digital Week, organizzata da Milano Finanza presso lo storico palazzo della Banca d’Italia in via Cordusio. Ebbene, seppur possa sembrare incredibile che il contante possa davvero sparire nell’arco di un breve periodo, non solo sarà probabilmente così, ma lo è già, in parte, tutt’oggi. I dati sono impressionanti: i pagamenti cashless in Italia sono il 26% del totale dei pagamenti dei consumatori e, nonostante sia questo un dato ancora lontano dalla media dell’eurozona (45%), è rilevante, perché associato a un tasso di penetrazione del digital payment molto forte. In Italia, infatti, in soli 5 anni, dal 2013 al 2018 il numero di pagamenti con carta di credito o debito ha fatto registrare una crescita del 50%. Solo per fare un esempio molto concreto nel giro di un anno, dall’introduzione del c-less in metropolitana a Milano, il numero di accessi effettuati con questo sistema si è impennato, toccando percentuali del 20 sul totale. Un giro d’affari, quello del pagamento digitale, che tocca i 35 miliardi l’anno e cresce del 10% nello stesso arco temporale. Un business gestito da pochi grandi player del calibro di Unionpay, Satispay, Wepay, che si sono ormai posizionati tra il consumatore e la figura storica della banca, avviando un percorso di disintermediazione, finalizzato alla competizione commerciale con gli istituti di credito, piuttosto che alla collaborazione. Ma tutto questo sarà sostenibile? Pare proprio di sì, anche se non c’è molto di cui essere contenti in questo, perché si stima che nei prossimi anni aumenteranno a dismisura gli smartphone, ma non in maniera direttamente proporzionale alle competenze delle persone alle quali saranno in dotazione; tradotto: ci sarà possibilità per tutti di pagare con il telefono, ma molto probabilmente questo non sarà una conseguenza dell’uscita dall’analfabetismo dello stesso numero di persone nel mondo. (nulla esclude che possa, però, essere una causa). E i nostri dati saranno sufficientemente tutelati in questi pagamenti virtuali? A questo, così come all’incentivazione del digitale, ci starebbe pensando l’Europa e, salvo rinvii, è pronta per settembre una normativa (psd2), per regolare il digital payment. Fondamentalmente sono previste norme rivolte sia verso gli stati, i quali dovranno convenire a una più armoniosa disciplina della questione, sia verso gli operatori terzi, ai quali sarà concesso, con il consenso del cliente, di accedere a tutti i nostri dati presenti nelle filiali bancarie, per garantire il pagamento (una delle norme più controverse). Certamente la psd2 (Payment Services Directive 2) sarà uno spartiacque importantissimo e potrebbe aprire la strada ai grandi colossi dell’e-commerce come Amazon e Facebook nei loro tentativi di Amazon pay e libra. Saremo inevitabilmente meno consapevoli della complessità delle transazioni, grazie alla loro istantaneità, ma sapremo veramente mantenerne il controllo?