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Sport, Storie, Arluno

25 anni di dilettanti: l'ultima volta in campo

Tempo di appendere le scarpe al chiodo per il 41enne di Arluno Andrea Vismara. Una vita passata nel mondo del calcio, tra vittorie, sconfitte e soprattutto tanti ricordi.

L’attesa e la concentrazione sul volto e nella testa, gli occhi a fissare quelli dei compagni seduti proprio lì, accanto a lui, negli spogliatoi, un cenno o una pacca sulla spalla per caricarsi, la maglia e i pantaloncini da indossare, le ultime indicazioni e poi si va… è il momento di scendere in campo. Una nuova sfida; una nuova gara da affrontare; un nuovo avversario che di lì a pochi minuti si troverà davanti. Ma stavolta non è stata come tutte le altre. No! Stavolta l’emozione era qualcosa di grande, enorme, unica, indescrivibile e, in fondo, diversamente non avrebbe potuto essere, perché 500 partite dopo per Andrea Vismara era arrivata l’ora, come si dice, di appendere le scarpe al chiodo. Da Arluno ad Arluno, allora… per quell’ultima volta in campo da giocatore (e per di più con la fascia di capitano al braccio). “Cosa dire – racconta il 41enne – Sono tanti i ricordi e gli episodi vissuti in tutti questi anni, ognuno che occupa un posto speciale nel mio cuore”. Era, infatti, il 14 aprile del 1995, l’esordio ufficiale in Prima Categoria, tra le fila dell’Arlunese e, in generale, tra i dilettanti, quel mondo che l’ha visto crescere di anno in anno, diventandone uno dei protagonisti. Diverse, poi, le squadre girate in 25 anni: Arlunese, appunto, Dairaghese, Pregnanese, Robur Albairate, Olmese Cornaredo, Lainatese, Bustese, Bienate Magnago, Real Borgomanero, Real Cureggio, Ticinia Robecchetto, Marcallese, Santo Stefano e, in ultimo, Arluno Calcio 2010. “E numerosi i compagni con i quali ho condiviso vittorie e sconfitte – continua – Alcuni che sono rimasti amici nel tempo e con cui il rapporto calcistico è proseguito giorno dopo giorno (ne voglio ricordare qualcuno in particolare, limitandomi agli arlunesi come me per non fare torto agli altri: Andrea Salerio, Gianlucas Baraterio e Alberto Tambani). Così come parecchie sono le immagini o gli aneddoti legati alle singole esperienze. Bellissimo, ad esempio, il periodo a Dairago, il primo fuori da casa (non avevo la patente e, quindi, mi accompagnava il massaggiatore Orazio Zennaro), oppure quando, nel 1998, ho pagato 4 milioni di lire per liberarmi dall’Arlunese che non mi voleva svincolare (la scelta più azzeccata della mia vita calcistica). Senza dimenticare, ovviamente, i mister: la coppia che mi ha avviato al mondo del pallone, Mario Rovelli e Marco Raimondi (nei Pulcini dell’Arluno), passando per Alberto Sabbadini, Siro Vinerba, Fabrizio Testa, Stefano Gornati, Franco Sapia, Fabio Macchi, fino al tecnico degli ultimi 10 anni, Cristian Cassani (permettetemi, inoltre, un pensiero particolare per Guarnieri, bravissima persona di un’umiltà mai vista che purtroppo non c’è più, e per il nostro massaggiatore Adriano Sfondrini, sempre un sorriso, sempre una carezza anche nei momenti più difficili)”. Ma un posto ‘speciale’ lo occupano pure i presidenti: Torriani, Cogliati, Gramegna, Clementi, la famiglia Arena, Carollo, Cesco, Valisi, Stefanizzi, ecc… “In ultimo, poi, beh non potevano mancare i ringraziamenti – conclude Vismara – Da una parte, dunque, i dirigenti Mereghetti, Losa e Bottini (con loro il calcio è davvero allegria), dall’altra, invece, il grazie più grande va a mia mamma, che per anni mi ha lavato il borsone, e a mia moglie Barbara, che mi ha supportato e sopportato in ogni momento”.

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