È il peggior incubo di ogni social media manager, ed è successo almeno una volta - seppur nella maggior parte dei casi con conseguenze trascurabili - al 90% di loro.
ComunicarÈ… un errore. Quando sui social si posta qualcosa che non si deve
È il peggior incubo di ogni social media manager, ed è successo almeno una volta - seppur nella maggior parte dei casi con conseguenze trascurabili - al 90% di loro: postare sui social qualcosa che non si deve. Qualcosa di sbagliato nell’immagine o nel testo. Informazioni errate che vengono prontamente smentite dal primo utente che capita. Oppure, addirittura, il post privato su profilo aziendale e viceversa. Insomma, anche quando si gestiscono i canali social per mestiere capita di sbagliare, come in tutte le professioni. L'importante è essere pronti a reagire, a correggere, o semplicemente... a farsi una risata, perché per fortuna in questo lavoro se si sbaglia non muore nessuno!
Quando il copia-incolla gioca brutti scherzi
Successe al social media manager di Matteo Renzi nel novembre 2016, postando su Facebook una foto gallery dell'allora Presidente del Consiglio in visita ad Alessandria, lasciando nel copy la dicitura riservata "Tutte tranne il disabile su Facebook" - ovvero: tutte le foto tranne quella che ritrae una persona disabile sono da postare sul canale social. Si scatenò un putiferio, neanche a dirlo. Molto più frivolo l'errore di Madonna (o meglio del suo social media manager - non crediate che le star postino sui social in prima persona!) che nel febbraio 2016 postò su Instagram una propria foto... senza rendersi conto che lo scatto ritraeva in realtà Paola Barale, conclamata sosia della popstar americana. Si scatenò l'ilarità, prima tra tutte quella di Rudy Zerbi: "Scusi Signora, volevo avvisarla che questa è Paola Barale. It’s Paola Barale". E successe (immaginiamo con conseguenze molto più gravi) al social media manager di Corriere della Sera, che alla notizia dell'arresto di Lapo Elkann nel novembre 2016 e della tentata falsa estorsione ai danni della famiglia per pagare il conto di un paio di notti brave postò il commento "Che c***. Tutto sto casino per 10.000€? Ma non poteva farle/fargli fare un bonifico da papino?" non sul proprio profilo personale, bensì su quello della testata. Mannaggia.
#hhsdjh: quando l'errore diventa forza
E poi succede che, invece di piangere sul latte versato, si sia capaci di trasformare l'errore in un'iniziativa vincente. E' il recente caso di Ikea, arcinoto brand svedese di articoli per la casa e non solo, che ha saputo fare di un post sbagliato il post più commentato e coinvolgente della propria storia sui social. Tutto ha inizio venerdì 8 febbraio alle 18:34, quando sulla pagina Facebook ufficiale del brand compare un messaggio criptico - solo poche lettere, quasi un codice fiscale: "hhsdjh". Giocando con il fatto che molti prodotti Ikea, dai nomi squisitamente svedesi, suonano spesso a noi italiani come delle impronunciabili accozzaglie di consonanti senza senso, si scatena l'ironia degli utenti: "La dobbiamo montare noi la parola?"; "Finalmente! Quali colori saranno disponibili?"; "E' comunque più comprensibile di qualsiasi nome di un vostro mobile".
E allora Ikea si sarà chiesta: che fare? Eliminare il post dopo già così tante visualizzazioni da parte degli utenti? E qui scatta il lampo di genio: dare una vita e una storia al messaggio, sotto forma di hashtag ufficiale. Ammettendo, per prima cosa, di essersi trattato di un errore. Perché, come diceva il fondatore di Ikea, Kamprad: "Solo chi dorme non commette errori". E allora #hhsdjh diventa una borsa blu Frakta limited edition andata esaurita in poche ore, stimolata da un'attività con influencer, invitati a condividere l'ultima volta in cui un errore si è trasformato in un'opportunità imprevista.
Insomma, quando si lavora sui social network anche sbagliare, a volte, può risultare divertente!