L'inizio di marzo 2019 potrebbe essere ricordato nella storia politica italiana come il re-inizio di qualcosa di nuovo, o di vecchio, ma comunque frutto di un cambiamento.
L'inizio di marzo 2019 potrebbe essere ricordato nella storia politica italiana come il re-inizio di qualcosa di nuovo, o di vecchio, ma comunque frutto di un cambiamento. Perchè forse, davvero, marzo può essere il mese che segna la rotta della politica italiana e l'andamento del Paese.
Ma andiamo con ordine: ritorniamo al 4 marzo (ma del 2018) quando il Movimento 5 Stelle vince le elezioni come primo partito. I suoi voti (circa il 33%) non bastano a governare ed ecco che prende forma l'allenza con la Lega Nord (circa il 17% dei voti). Il Partito Democratico crollo sotto l'effetto del post/non-post di Renzi al 18%. Con queste basi, la tradizione decennale e l'esperienza politica della Lega ha iniziato, passo dopo passo, parimenti alla grande capacità mediatica di Matteo Salvini a ribaltare tutti gli equilibri. Mese dopo mese, riforma dopo riforma, respingimento dopo respingimento si è arrivati agli ultimi sondaggi in cui la Lega Nord ha un potenziale di voti del 36% mentre il Movimento 5 Stelle è in costante calo attualmente intorno al 21%. Perchè la maggior parte delle riforme popolari/populiste (soprattutto su sicurezza e migranti) della Lega sono passate, mentre le promesse degli stellati no: Tap, forse ora Tav, ecc tutte ferme al palo, con il reddito di cittadinanza rivisto più volte.
Ma sei il progressivo declino del partito di Grillo potrebbe proseguire (anche perchè il 'fondatore' è sempre più distante da Di Maio), la Lega è più di 'pancia': una un bacino del 14/15% il resto sale e scende storicamente. La conferma del 36%, e lo sanno bene in via Bellerio, sarà ora legato solo all'andamento economico del paese. Se resiste, diventano voti, se cantieri e riforme si fermano i voti si disperdono.
E arriviamo al marzo 2019: con la prima 'rinascita' di un'altra voce nel teatro politico. Il primo grido arriva da Milano, come spesso accade e non va sottovalutato. La città più trainante d'Italia scende in piazza con 250.000 persone di associazioni, gruppi, partiti e bandiere diverse in 'People 2 marzo' contro ogni discriminazione. La città di Sant'Ambrogio (nato in Germania, a Treviri, quindi in un certo senso 'straniero') da sempre è diventata quella che è grazie all'accoglienza e alla multiculturalità. Expo ne è l'esempio: accogliere il mondo per rilanciarne il bello. E questo forse andrà visto e ragionato per bene. Il sindaco Beppe Sala è stato il traino, ma sono molte le realtà non necessariamente di 'sinistra' che sono scese in piazza.
Il secondo 'evento' sono le primarie del Partito Democratico: circa 1,7 milioni di persone ai banchetti (e non sono pochi in periodi di disaffezione politica) che sceglono Zingaretti archiviando la stagione di Renzi. Dopo mesi (anni) di incertezza, ora il centro-sinistra ha una una guida certa e obiettivi concreti.
Manca, volendo, al rapporto Forza Italia (ora circa all'8% ma con un bacino potenziale molto alto). La logica berlusconiana non ammette grande ricambio, ma qualcosa è cambiato. Da circa un mese, basta osservare le reti Mediaset, nessuna trasmissione sostiene più o supporta la linea leghista. L'intero Governo è messo sotto esame e anzi si tenta di rilanciare un maggior interesse alle aziende e ai cittadini. E torniamo al discorso dei soldi, quello che sicuramente, deciderà le prossime elezioni.