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Attualità

Scanu trionfa a Sanremo

Cala il sipario sul Festival di Sanremo, con non pochi colpi di scena: a trionfare con “Per tutte le volte che” è Valerio Scanu, altro ‘prodotto’ del talent show Amici, come il vincitore dell’anno scorso Marco Carta. A sorpresa, Scanu, dopo essere stato eliminato e ripescato, con l’aiuto del televoto ha avuto la meglio su Marco Mengoni, uno dei favoriti. Reduce dalla vittoria di X Factor, Mengoni ha dato prova del suo indubbio talento in “Credimi ancora”, che unisce originalità di stile ed estensione vocale ai massimi livelli. Tra i finalisti, sempre per merito (o demerito) di televoto e ripescaggio, l’insolito trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici con “Italia amore mio”, accompagnato da sonori fischi. E come dar torto alle polemiche, quando il principe “prezzemolino” ci costringe a sorbire un pezzo definito anche tra gli addetti ai lavori una “lagna melensa”, e che ci fa rimpiangere “Italia” di Mino Reitano? Ma si sa, Sanremo è fatto anche di questo. Dispiace però non vedere sul palco nessuna donna, che mai come quest’anno avrebbero meritato il podio: esempi di bel canto come “Ricomincio da qui” di Malika Ayane, canzone per palati fini che si aggiudica il premio della critica, “Per tutta la vita” della giovane Noemi, non sono state premiate come avrebbero meritato.
Vincitore della sezione Nuova Generazione è Tony Maiello, altro reduce di X Factor, con “Il linguaggio della resa” in perfetto stile sanremese. Avrebbe meritato molto anche Nina Zilli, che si è aggiudicata il premio della critica; la sua canzone “L’uomo che amava le donne”, dalle atmosfere retrò, ha messo in risalto il talento della cantante piacentina già avvezza alle scene.
“Vecchie glorie” hanno calcato il palco del festival per omaggiare la kermesse giunta quest'anno alla 60esima edizione: Mannoia, Ranieri, Bosé, Cocciante, e la prima regina di Sanremo, Nilla Pizzi, che
trionfò nel 1951.
Premiata anche la conduzione della Clerici, un po' meno invece lo stile del suo sarto; la fin troppo autentica Antonella ha gestito egregiamente le cinque serate portando a casa ascolti da record. A volte impacciata su quei tacchi decisamente troppo alti, o emozionata alla regale presenza di Rania di Giordania, la Clerici ha vinto la scommessa e sarà forse perché è delle nostre parti, ma a noi piace così, “genuinamente goffa”.
Televoto si, televoto no: un’arma a doppio taglio perché non sempre questo tipo di votazione rende merito all’effettiva qualità di una canzone, e c’è chi invoca a gran voce il ritorno della giuria di qualità. Ciò nonostante è stata un’edizione finalmente ricca di belle canzoni e decisamente un festival giovane: forse i talent show servono davvero a qualcosa.

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