Al via il progetto 'Life Ticino Biosource': ce lo presenta Fulvio Caronni del Parco del Ticino. Partendo dal presente per guardare al futuro del territorio.
L’Unione Europea scommette sul Parco del Ticino finanziando il progetto “LIFE Ticino Biosource”: un’intensiva azione di riqualificazione della zona boschiva, fortemente alterata dall’intervento edilizio. Lo scopo ultimo è quello di incrementare la biodiversità nel Parco, determinata dal numero di specie presenti rispetto a quelle native dello specifico ambito geografico.
Il fiume Ticino con i suoi habitat, protagonisti del territorio del Parco, costituiscono una “source area” (ovvero “area sorgente”) di grande valore naturalistico, dal momento che rappresenta la principale area sorgente per la maggior parte delle specie di interesse conservazionistico legate a questa area geografica.
L’azione concreta nell’area di Bernate Ticino, prevede il restauro di habitat forestali in località “La Piarda”, comportando la rinaturalizzazione di laghetti e zone umide e il recupero della piena efficienza ecosistemica dei giardini ornamentali e di tratti di foresta artificiale. L’intervento interessa un’area del comune di Bernate Ticino con una superficie complessiva di 20,50 ettari, suddivisa in due blocchi, separati dall’autostrada e dalla linea ferroviaria.
Il progetto prevede una prima rimozione delle recinzioni presenti all'interno e sul perimetro dell'area d’intervento, seguita poi dalla rimozione delle siepi di Prunus laurocerasus (lauroceraso). Si procederà poi con l'eliminazione delle specie esotiche infestanti: Prunus serotina (ciliegio tardivo), Ailanthus altissima (albero del paradiso), Quercus borealis (quercia rossa) e Acer negundo (acero americano). Le piante che non possono essere sradicate verranno "cercinate", praticando due profonde incisioni nel tronco a circa un metro di altezza a distanza di 10 cm l'una dall'altra con l'asportazione della corteccia. L'intervento sarà eseguito nel periodo vegetativo fra il mese di aprile e quello di maggio. Nel mese di luglio la superficie verrà nuovamente percorsa per l'estirpazione delle piante eventualmente sfuggite al primo passaggio e per l'eliminazione degli eventuali ricacci dalle piante oggetto di cercinatura. Negli spazi aperti, sia nelle radure che nelle aree ora coperte da rovo, dopo la ripulitura, si procederà alla messa a dimora di piantine forestali con sesto d'impianto 2 x 2. La fornitura delle piantine sarà curata direttamente dal Parco.
La scelta delle specie è fatta in modo tale da favorire quelle ora meno presenti e con la maggior capacità di disseminazione, in grado quindi di innescare processi di miglioramento nel contesto forestale circostante. Solo in due aree di modeste dimensioni in prossimità dei percorsi per i visitatori, sarà effettuato un taglio di selezione negativa a carico delle specie di minor interesse floristico e portamento peggiore, con lo scopo di favorire le piante appartenenti a specie di maggior potenzialità. Interventi di miglioramento o di nuova apertura di tracciati pedonali saranno effettuati, al fine di consentire l'accesso ad aree di interesse naturalistico e paesaggistico; a tal proposito saranno poi posizionate due passerelle in legno in sostituzione di quelle già presenti che consentono l'accesso a due piccole isole negli specchi d'acqua, lungo i quali sarà poi effettuato il taglio delle piante arboree e messe a dimora specie arbustive.
Sarà poi eseguito un taglio di contenimento del rovo e della robinia, con allontanamento della massa derivante dal taglio. Nei boschi posizionati sotto gli elettrodotti verranno eliminate le piante di maggiore dimensione.
Un progetto importante e di forte impatto che, come precisato dal presidente del Parco Gian Piero Beltrami, prevede il taglio di qualche centina di piante arboree, di cui circa 200 robinie e 12 querce rosse. Per il resto si tratta soprattutto di magnolie, cedri e conifere ornamentali. Assicura inoltre che non sono state tagliate querce autoctone ma solo querce rosse americane, una specie inserita tra le esotiche a carattere infestante, dannose per la conservazione della biodiversità. Nell’area in questione, il progetto ha stimato il diradamento andante di diverse decine di piante ad ettaro rispetto ad un totale di circa 6.000 alberi presenti: stiamo dunque parlando di un prelievo limitato. Numeri precisi saranno forniti a consuntivo.
Oltre al particolare intervento nel comune di Bernate Ticino, il progetto prevede altre aree d’azione in tutto il territorio del Parco, a partire dal comune di Lonate Pozzolo: che vedrà la creazione di isole galleggianti quali siti di nidificazione, di sosta e di foraggiamento per l’avifauna acquatica, nonché dalla posa di siepi e arbusti lungo le sponde del torrente Arno. Si opereranno poi interventi di riqualificazione dei fontanili che alimentano le aree umide lungo alcuni rami del Ticino quali: il ramo Delizia (in Comune di Magenta), il ramo Morto (in Comune di Turbigo), il Gravellone Vecchio (in Comune di Pavia) e il maresco di Villa Reale (in Comune di Vigevano). L’intervento ha lo scopo di rivitalizzare l’ecosistema acquatico presente e a consolidare la rete fluviale secondaria, determinante per la sopravvivenza di anfibi e pesci. Un ultimo intervento toccherà la località “i Geraci” (in Comune di Motta Visconti) interessata dal ripristino e dalla creazione di zone umide, di boschi e di prati umidi, in tale ambito è prevista anche la realizzazione di un percorso di birdwatching dotato di un capanno di osservazione.
Il progetto completo è consultabile al sito www.lifeticinobiosource.it, da gennaio 2018 in continuo aggiornamento; è possibile inoltre monitorare lo stato d’avanzamento dei lavori sulla pagina facebook dedicata al progetto.
FULVIO CARONNI PRESENTA IL PROGETTO