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Territorio, Turbigo, Attualità

In Veneto per aiutare

Uomini e mezzi della colonna mobile della Protezione Civile sono partiti nei giorni scorsi per raggiungere il Bellunese e dare una mano a quei luoghi colpiti dal maltempo.

Alcuni l’hanno definita l’apocalisse, e probabilmente per la violenza dei fenomeni poco ci mancava. L’ondata di maltempo che ha coinvolto la nostra penisola negli ultimi giorni é sicuramente tra le più violente, non solo degli ultimi anni, ma degli ultimi secoli. Riscaldamento globale, incuria, scarsa prevenzione non sono le uniche motivazioni che hanno causato morti e danni. Ma tra tanto dolore e desolazione, vi è anche spazio alla solidarietà e all’aiuto, che noi italiani non facciamo mai mancare. Ecco allora che uomini e mezzi della colonna mobile di Protezione Civile della Lombardia ha subito risposto alla richiesta di aiuto. Dal distaccamento turbighese della Protezione Civile Parco del Ticino sono partiti 14 mezzi e 20 uomini volontari. “Quello che abbiamo trovato è nelle immagini che tutti avete visto nei telegiornali, tanti, tantissimi danni - ci commenta Alessandro Todaro, responsabile turbighese - noi abbiamo operato nel bellunese e nella valle di Santo Stefano di Cadore. Gli interventi principali riguardavano la viabilità perché fortunatamente le abitazioni non sono state interessate. Ma migliaia di alberi secolari abbattuti sono un problema per il presente (da rimuovere per i detriti) e per il futuro (su questa terra appoggiata sulla roccia, senza radici degli alberi si temono smottamenti). Acqua così tanta e così a lungo raramente l’abbiamo vista. E sarà sempre peggio. Vi sembra normale che ci siano 19/20 gradi a novembre? Un tempo c’erano le brinate mattutine e la nebbia. Il mondo sta cambiando e dobbiamo essere consapevoli che fenomeni così estremi saranno sempre più frequenti”.

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