Una delle più importanti testimonianze archeologiche alto medioevali dell'Italia settentrionale.
In un luogo di pace e di verde incantevole, a meno di un’ora di macchina da noi, le consistenti tracce e le preziose testimonianze di Castelseprio ci portano in un passato lontano, molto diverso da oggi, che vale la pena di riscoprire. Visitato forse da ragazzi con le gite scolastiche, vale la pena di tornare, da adulti, per conoscere e apprezzare meglio l’importante insediamento di Castelseprio (raccontato dai numerosi pannelli esplicativi, posizionati nel parco), che costituisce una delle più significative testimonianze dell'Alto Medioevo dell'Italia settentrionale (il parco archeologico è visitabile gratuitamente da martedì a sabato dalle 8.30-19.00, nel mese di novembre chiusura alle ore 16.00; domenica e festivi dalle 9.45 alle 18.00). Oggetto di varie campagne di scavo, le sue rovine medievali, insieme al complesso di Torba (valorizzato dal FAI anche nelle Giornate di Primavera), sono divenute, nel 2011, patrimonio mondiale dell'Unesco.
Già abitato dai Galli insubri, Castelseprio viene ricordato per la prima volta nelle fonti scritte tra i secoli VII e VIII secolo come tappa di un itinerario che collegava Como a Novara. Dal punto di vista topografico il complesso insediativo, dell'estensione di 9,6 ettari, si sviluppa su più dossi collegati tra loro; su quello principale, il castrum delimitato e protetto da una cinta muraria poligonale (in gran parte conservata nel suo perimetro, realizzata nel V-VI secolo sui resti di un più antico castrum, forse databile IV secolo d.C.). Al centro dell'insediamento c'era la zona sacra, con la chiesa di S.Giovanni e il battistero. Dell'abitato è stata scavata un'ampia fascia a sud-ovest dove si sono rinvenute case altomedievali in legno su muretti, vicine alla cinta. I materiali lapidei, talora con iscrizioni, reimpiegati nelle murature della fortezza, fanno ritenere probabile l’esistenza di un centro romanizzato non lontano.
Sorta forse nel V secolo, sicuramente pienamente organizzata in epoca gota, l’ampia fortezza, dotata di edifici di culto e strutture abitative, assunse per tutto l’Alto Medioevo un ruolo di primo piano nelle vicende politiche della regione. Dopo il consolidamento della conquista longobarda Castelseprio sembra perdere il suo carattere di centro difensivo evolvendosi in centro protourbano. Dal X secolo il suo territorio fu interessato da trasformazioni che rispecchiano l’instabilità politica e le rivalità tra Como e Milano. Esaurita nel XII secolo la dinastia dei conti Seprio, si incrementa la decadenza di Castelseprio che si concluse con la distruzione del castello nel 1287 ad opera di Ottone Visconti (gli edifici religiosi furono risparmiati e continuarono ad essere frequentati fino al Settecento, ma si instaura un processo di declino e di rovina degli edifici). Del nucleo più antico si possono ancora rilevare le tre torri quadrangolari interne, vicine al complesso di S.Giovanni evangelista che comprende, allo stato di rudere, la basilica, a tre navate, con l’annesso battistero paleocristiano (un edificio ottagonale con absidiola sul lato orientale; all’interno un fonte ottagonale affiancato da una vasca rotonda), e un’ampia cisterna. La chiesa di S. Paolo vicina, ridotta anch’essa allo stato di rudere, è a pianta esagonale con abside sul lato orientale. Sono inoltre visibili, in fondazione e nella parte inferiore dell’alzato, ampi tratti del settore meridionale e sudorientale del castrum, oltre all’ingresso, posto a ovest, del quale restano i pilastri di sostegno del ponte e un semitorrione rotondo.
Fuori dalle mura, all'esterno del castrum, su un dosso adiacente, la piccola chiesa di Santa Maria foris Portas, di difficile datazione (V-IX secolo). Dopo il ritrovamento dei suoi meravigliosi affreschi, nel 1944, il sito è stato oggetto di scavi irregolari, volti a liberare i principali edifici: la Basilica di S.Giovanni, il battistero, la cinta, le torri interne. Alla fine degli anni Settanta, dopo due campagne di scavi stratigrafici, nuovi scavi furono condotti dall'Università Cattolica di Milano. La chiesa di S. Maria foris Portas, costituita da un’aula rettangolare sulla quale si aprono tre absidi semicircolari ad arco oltrepassato, preceduta da un atrio di altezza inferiore, conserva, nell’abside orientale originale, un importante ciclo di affreschi, con scene viariamente lacunose, disposte su due registri con le Storie di Cristo, dipinte con una combinazione di affresco e pittura a secco. Seguendo le scene dei dipinti, dall’Annunciazione, la Visitazione, la Prova delle acque amare, il Sogno di Giuseppe, il Viaggio a Betlemme, e poi il Trono vuoto fra due angeli, la Natività di Cristo, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione e l’icona di Cristo raffigurata al centro, possiamo ammirare queste pitture di qualità altissima, dipinte con scioltezza e libertà dall’autore, dove le figure appaiono vibranti, colte nell’istante del movimento, calate in scorci prospettici e in pose spaziali inattese. Un importantissimo parco archeologico, così vicino a noi, e di accesso gratuito, che merita davvero di essere conosciuto e visitato, magari anche in una bella giornata di ottobre. La poderosa cinta muraria, lo straordinario ciclo di affreschi altomedievali della Chiesa di S.Maria foris Portas, le torri difensive con il ponte d’accesso, la cosiddetta casa-forte (sede dell’autorità), gli edifici civili e religiosi… raccontano di una storia millenaria in un luogo suggestivo, immerso nella natura della Valle Olona.