Uno strumento giocoso, secondo le forme preferite da giovani e giovanissimi di oggi, per avvicinarsi al mondo dell'arte.
Un progetto divertente, ma non fine a se stesso. Uno strumento giocoso, secondo le forme preferite da giovani e giovanissimi di oggi, per avvicinarsi al mondo dell'arte. Basta scattarsi un selfie... e con la funzione Art Selfie, la tua foto, caricata tramite l'applicazione Google Arts & Culture, confronta il tuo volto a quello di migliaia di ritratti. Il tuo scatto viene confrontato infatti, in un tempo necessario di elaborazione, come per magia, grazie a una tecnologia particolare di riconoscimento facciale basato sulle soluzioni di machine learning, con le opere dello sterminato archivio del Google Arts & Culture (decine di migliaia di ritratti), lo spazio online che digitalizza le opere d'arte e non solo da migliaia di musei del mondo. Se nello scorso gennaio la versione in beta aveva affascinato superstar della tv Usa, dando vita ad un autentico fenomeno, adesso, la funzionalità, fino ad ora ristretta, diventa disponibile per tutti e in tutto il mondo, anche sulla versione italiana del programma. “Stiamo rendendo Art Selfie disponibile su scala globale per rendere l’arte più accessibile a tutti – ha spiegato Michelle Luo, product manager della piattaforma nata sette anni fa come Google Art Project – grazie alla collaborazione con le nostre istituzioni partner abbiamo più che raddoppiato il numero dei lavori precedentemente disponibili. Così che gli utenti possano mettere il proprio volto a confronto con decine di migliaia di ritratti, spesso con risultati sorprendenti”.
Google con la 'funzione selfie' della sua app (gratuita) di ricerca di opere d'arte, ti invita a cercare il tuo sosia tra i quadri di ogni tempo... la curiosità è tanta, anche perché chissà quante volte, in una visita a un museo o una esposizione o sfogliando un libro d'arte, ci siamo soffermati su ritratti o dipinti, nei cui tratti, di cui notiamo qualche somiglianza.
Per ogni foto caricata, l'app cerca nel suo vastissimo database (le collezioni di oltre 1200 musei di 70 paesi), e ti fornisce delle schede, associando la foto a un ritratto, ciascuno con una percentuale di “matching”, cioè di coincidenza, fra i propri lineamenti e quelli del soggetto immortalato. L’algoritmo cerca la corrispondenza più vicina utilizzando vari parametri e, alla fine, mostra anche la percentuale di somiglianza tra il selfie e l’opera d’arte. Provando con più scatti, e magari cambiando espressione, si ottengono risultati diversi, anche se alcuni sono ricorrenti. Se siete preoccupati per la privacy dei vostri scatti, tranquillizzatevi... “Google non usa i vostri selfie per nessun altro scopo oltre a quello dichiarato, ossia trovare i sosia nelle opere d’arte. Le foto vengono salvate solo per il tempo che serve per elaborare la richiesta”.
Un selfie per scoprire a quale opera d'arte assomigli... cosa aspettare? Quasi sempre, anche se il ritratto non è del tutto coincidente, si notano dei punti comuni sorprendenti con le opere di autori più o meno noti. Poi diventa (quasi) naturale il desiderio di conoscere qualcosa in più sull'artista che ha dipinto inconsapevolmente, almeno qualche tratto, del nostro volto.