Lasciata alla comunità di Cuggiono. Solo l'area industriale vale circa 870 mila euro, ma ai suoi concittadini ha voluto donare anche una galleria d'arte.
Lattuada. Per tutti i cuggionesi, ma anche per molti cittadini dei paesi vicini, questo nome significa “tessitura”. E significa “grossa area ex industriale in cerca di collocazione”. Ma ora vi è di più, di ancor più profondo, come un legame che torna a cucirsi tra una storica famiglia cittadina e la sua comunità. Lucia Lattuada Sartorio, classe 1922, veniva dalla famiglia Lattuada, una dinastia di industriali. Crebbe con i coetanei del paese. Poi gli studi e il trasferimento nella grande città, a Milano. Ma quel legame con la “casa” e gli ambienti di Cuggiono in cui era diventata grande non si è mai reciso. Fino alla fine, nello scorso mese di aprile. Nel lascito testamentario, che nei giorni scorsi è stato accettato all’unanimità dai consiglieri comunali, Lucia ha donato al Comune il complesso immobiliare di via Garibaldi 81, quello che ospitò la tessitura, lo stesso dove aveva abitato con i genitori. Accanto alla casa, un terreno e la cappella della Madonna Pellegrina, lungo la strada per Inveruno, che fu realizzata su progetto di don Giuseppe Albeni, destinato a Cuggiono nel 1938. Un pezzo di storia: beni che il Comune non potrà destinare a uso privato. Nel testamento è difatti citata espressamente la clausola che quest’area e l’immobile debbano avere una funzione esclusivamente pubblica. “Come Comune abbiamo proceduto all’acquisizione
EREDITA' PER UN 'RICORDO' SENZA FINE
Tramandare il proprio nome alle future generazioni, essere conservati nella memoria dei propri concittadini, sentire i ‘giovani’ del paese come la loro stessa prole. Il territorio di Cuggiono, ma così anche tutto il castanese e la stessa Milano, hanno sempre beneficiato ampiamente dei lasciti testamentari. Una tradizione che la nostra realtà meneghina ha ulteriormente amplificato, permettendo a molti beni di rimanere pubblici e a fondazioni di vivere e progredire. Tornando alla realtà cuggionese, come detto, sono già diverse le storie di donatori, privati e pubblici, che con il loro lascito hanno permesso di realizzare importanti opere per la comunità. Pensiamo solamente a quanti, e a quanto, donarono, a inizio ‘900, per permettere l’ampliamento e la realizzazione dell’Ospedale di Cuggiono, per poi giungere a esempi più recenti come i lasciti dei terreni in cui è stato realizzato il nuovo Oratorio di via Cicogna. Una menzione particolare è poi inevitabile farla a Luigi Venegoni, ex Sindaco cuggionese e vice Sindaco di Milano, che da sempre, e ancor più negli ultimi anni di vita, non lesinava nell’aiutare associazioni, enti, Istituzioni e Parrocchia per permettere di realizzare progetti e iniziative di valore culturale e sociale: da mostre e convegni, ai premi di studio, dalla realizzazione di parte del nuovo Oratorio, a donazioni più private ma fondamentali. Ecco allora che, come spesso accade, soprattutto quando vi sono pochi parenti prossimi, lo sguardo al “dopo” venga proiettato verso i propri concittadini ed i giovani che vivono e tramandano le nostre comunità.