Vincitori o vinti... siamo tutti uguali. Il progetto 'Io Tifo Positivo': l'esperienza di don Gino Rigoldi, fondatore di 'Comunità Nuova' e cappellano del carcere 'Beccaria'.
Vincitori o vinti… siamo tutti uguali. “Perché in campo si va insieme e insieme si vince e si perde”. La parola chiave, alla fine, è tifo; quattro semplici lettere, ma che dietro di loro racchiudono un significato ben più profondo, dove il sostenere la propria squadra diventa anche e in modo particolare l’occasione di stare accanto agli altri, agli avversari, a coloro con i quali ci stiamo per confrontare. L’hanno chiamato, allora, ‘Io Tifo Positivo’, molto più di un progetto, bensì un’idea chiara e precisa di aggregazione, coinvolgimento e unione. E da questi tre concetti, appunto, don Gino Rigoldi ha voluto partire per dare vita ad un messaggio che unisce giovani e adulti. “Il bisogno a cui cerchiamo di rispondere è quello del tifo che deve essere visto come un’allegria e una festa –
EDUCARE AL RISPETTO RECIPROCO E ALLA TOLLERANZA
Tifare per lo sport, prima ancora che per la squadra del cuore. L’idea alla base del progetto sta proprio in questo, organizzando una serie di azioni educative rivolte ai giovani delle scuole e più in generale ai ragazzi che quotidianamente praticano attività sportiva o che sostengono questa o quella realtà. L’insieme, poi, è il punto cardine di una proposta che partendo dal presente guarda con particolare attenzione al futuro. Perchè è fondamentale far capire quel principio di fondo del rispetto reciproco e della tolleranza, andando a diffondere lo sport come momento per creare relazioni umane e ridimensionando il fenomeno ‘tifo’ ai soli luoghi e tempi dello sport stesso. Seguire la propria squadra del cuore lo si può fare benissimo senza oltrepassare certi limiti, bensì ricordandosi che in campo ci sei tu e c’è anche l’altro e vivendo quell’occasione come evento sociale, di divertimento e di unione. E anche la scelta del verbo tifare alla prima persona singolare (‘Io Tifo Positivo’) vuole sottolineare come le scelte della vita, e di conseguenza quelle del tifo, sono personali e non possono essere demandate a chicchessia o a gruppi di qualsiasi genere.
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