In Duomo si svolgerà la cerimonia della 'Tradizio Symboli'
A pochi giorni dalla Pasqua, partecipando alla veglia insieme ai catecumeni, i giovani non solo si interrogheranno sulla loro fede in Gesù guidati dal nostro Arcivescovo, ma riceveranno anche il Simbolo della fede, il Credo. L’espressione latina Traditio Symboli trae infatti origine dal cammino catecumenale che fin dall’antichità prevedeva la “consegna del Credo”: i catecumeni, ricevuto il Simbolo, si impegnavano ad impararlo a memoria per professarlo durante la veglia pasquale, celebrazione in cui ricevevano i sacramenti dell’iniziazione cristiana.
La veglia di quest’anno, che si svolgerà alle 20.45 in Duomo, si pone in continuità con la Redditio Symboli (Rejoice): l’invito dell’angelo a rallegrarsi, alla gioia, è chiamata alla “parte migliore”; al contempo, l’ascolto, a cui siamo continuamente invitati da Papa Francesco in questo tempo di preparazione al prossimo Sinodo, è quell’atteggiamento interiore che rende reale l’esperienza della fede, l’esperienza del discepolo.
Un gruppo di giovani, provenienti da pluriformi realtà della Chiesa ambrosiana, ha preparato per noi questa veglia, nel desiderio di accompagnarci ad entrare nella Settimana Santa, nella “parte migliore”, con l’atteggiamento interiore più adeguato: quello dell’ascolto.
Resistenze, superficialità, opportunità, discernimento: sono differenti modi di porsi della libertà. Sono forme di ascolto sulle quali vogliamo insieme interrogarci e pregare, perché la “parte migliore” non ci sia tolta.
Il tema dell’ascolto è centrale nel pensiero del Papa: la Chiesa è chiamata a porsi in ascolto dei giovani; ed i giovani, accompagnati dalla Chiesa, ad ascoltare la Parola che Gesù rivolge a ciascuno di loro in vista del discernimento.
A proposito dell’ascolto così si è espresso il Santo Padre in apertura della riunione pre-sinodale, rivolgendosi ai giovani presenti: è necessario «fare uscire quello che ognuno di voi e di noi abbiamo nel cuore. Parlare con coraggio. Senza vergogna, no». Ha poi aggiunto: «Qui la vergogna si lascia dietro la porta. Si parla con coraggio: quello che sento lo dico e se qualcuno si sente offeso, chiedo perdono e vado avanti. Voi sapete parlare così. Ma bisogna ascoltare con umiltà. Se parla quello che non mi piace, devo ascoltarlo di più, perché ognuno ha il diritto di essere ascoltato, come ognuno ha il diritto di parlare».
L’appuntamento è allora per sabato sera, 24 marzo, alle ore 20.45: entrando in Duomo, saremo accolti da giovani provenienti da varie parti del mondo. È la “Chiesa dalle genti”, che insieme al gruppo dei catecumeni ci riporterà ad una realtà più grande, ci farà uscire dalle nostre piccole stanze, ci mostrerà, se la ascolteremo, la “parte migliore”: la terra è piena della Sua Gloria.