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Robecchetto

Un allevamento intensivo di maiali

Tra 'pro' e contro: l'argomento al centro delle attenzione ormai da settimane. Parla il giovane che ha presentato il progetto; le dichiarazioni, poi, del comitato 'No Porcilaia'.

E' l’argomento al centro dell’attenzione da diverse settimane. Un allevamento intensivo di maiali in paese: tra pro e contro, il dibattito e le discussioni, insomma, sono più che mai vive ed accese. Così, se da una parte c’è colui che ha presentato appunto il progetto, dall’altra ecco che si è costituito il comitato ‘No Porcilaia Intensiva’. “Abbiamo portato tutta la documentazione necessaria alla fine del mese di gennaio - spiega Fabio Berra - Ogni singola carta, dunque, è stata protocollata in Comune, con i vari dettagli della proposta. Si tratta di una struttura all’avanguardia e di ultima generazione, con una serie di accorgimenti che guardano con particolare attenzione all’ambiente ed al territorio che sta attorno. Ad oggi l’unica risposta arrivata è stato il diniego alla conferenza dei servizi, pertanto abbiamo messo nero su bianche le osservazioni necessarie e le abbiamo date agli appositi uffici. Il Comune sa bene le scadenze da rispettare, perchè ci sono dei tempi per l’apposito bando in tale senso”. Nello specifico, l’allevamento ospiterà 1900 animali e sorgerà a pochi metri di distanza dall’abitato di Malvaglio (provenendo dalla Provinciale che collega Cuggiono a Robecchetto, sulla destra). “Lo ribadisco, i passi compiuti sono stati fatti con particolare attenzione a non arrechare problematiche e disagi a quanti risiedono in quella zona e in generale al territorio intero - continua Berra - La struttura, ad esempio, ha un innovativo impianto di ventilazione forzata, per il ricambio e il riciclo dell’aria, ancora i vasconi sono completamente interrati e vengono monitorati costantemente, oppure saranno posizionati tre filari di piante lungo il perimetro della stalla ed un altro per quanto concerne la campagna a fianco. Sono solo alcuna caratteristiche; il progetto, comunque, è depositato; chiunque potrà verificarlo così da avere una maggiore conoscenza dell’iniziativa. Siamo tranquillamente a disposizione per eventuali confronti e per interfacciarci con quanti lo volessero. Purtroppo sono state dette tante cose non corrispondenti alla realtà dei fatti; sono sinceramente dispiaciuto di questo, ma lo ripeto, chi volesse davvero capire come è la situazione, sono e siamo qui”. Se da una parte, dunque, il giovane Fabio Berra sta percorrendo i vari passi per poter realizzare il suo progetto, dall’altra, come detto, ecco che si è formato un comitato (‘No Porcilaia Intensiva’) contrario a questo allevamento. “I motivi per dire no sono differenti - spiegano - Innanzitutto sarebbe a soli 300 metri dalle case, quindi gli elevati costi ambientali, sociali ed economici per l’intera comunità, l’intenso impatto ambientale (inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra), i cattivi odori e rumori molesti, l’aumento di insetti, topi e piccioni, i rischi di malattie infettive umane e animali, per non parlare poi della svalutazione delle proprietà immobiliari del paese e dei posti di lavoro creati che a fronte di costi altissimi per la comunità sarebbero soltanto uno in quanto tutto automatizzato. E’ bene, però, precisare che non siamo contrari all’iniziativa imprenditoriale di un giovane, bensì siamo contro una porcilaia a pochi metri dalle abitazioni”. In tale senso, quindi, oltre alla costituzione di questo gruppo, ci si sta muovendo in parallelo con una raccolta firme e prima ancora è stata presentata una lettera (indirizzata al sindaco) dove erano specificati i motivi della forte preoccupazione. “Per quanto riguarda l’impatto ambientale, infatti - continuano - si ricorda che un allevamento intensivo di suini può portare a fenomeni di inquinamento idrico della falda acquifera comunale dovuto al trattamento e allo smaltimento delle acque reflue. Simili realtà producono ammoniaca e gas serra (l’inquinamento atmosferico determinato è perciò un altro costo ambientale che l’intera comunità dovrebbe sopportare). Non solo: a livello di viabilità, ci si aspetta, inoltre, un aumento del traffico locale per il trasporto di mangimi, escrementi e prodotti finiti, con conseguente danno acustico e atmosferico. Senza dimenticare che lo smaltimento dei reflui nelle varie zone selezionate, tutte in prossimità di aree residenziali o ricreative, porterà sicuramente con sé cattivo odore”. Ancora, altro punto è l’impatto sociale e relativo alla salute: “In base a studi effettuati su aree limitrofe, si riscontra l’incidenza di patologie cardiopatiche, di insufficienza renale e displasie in leggero, ma sensibile aumento”. Infine, l’aspetto economico, “A seguito di una ricerca di mercato sull’impatto di tale insediamento sui valori immobiliari delle residenze site nel comune, emerge come in media un deprezzamento del 40% caratterizzerà le proprietà più vicine all’allevamento. In particolare, purtroppo, alcuni esperti del settore hanno sintetizzato in ‘totale invendibilità’ degli immobili a 300 - 500 metri da un simile insediamento. Tale deprezzamento è presente, inoltre, su tutte le altre proprietà di Robecchetto con un valore medio del 15 - 20% a scalare in base alla distanza”.

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