Anche se quest’anno la neve non è stata copiosa come dodici mesi or sono, il freddo ed il gelo non si sono di certo fatti mancare. E se con i falò si auspica il passaggio dell’inverno e l’arrivo della primavera, forse dovremo aspettare ancora un po’ per assaporare temperature più miti. I numerosi partecipanti alle iniziative popolari, svoltesi nei nostri paesi, la sera di domenica 17 gennaio, molto probabilmente avranno però sfruttato il fuoco dei falò per gettare nei roghi i pensieri tristi e le preoccupazioni che il 2009 ci ha lasciato, con l’augurio di un anno più sereno. Una festa molto sentita è stata organizzata ad Arconate dove, nonostante non si benediscano più gli animali, come succedeva fino a pochi anni or sono, il folklore popolare è tornato vero protagonista dell’appuntamento con l’inaugurazione della storica cappellina, recentemente restaurata dal ‘Gruppo Alpini’ e dall’intitolazione della via ‘Quadro Sant’Antonio’. Ma il vero protagonista della nebbiosa serata lombarda è stato ovviamente il falò: dalla stessa Arconate agli oratori di Inveruno e Cuggiono; da Robecchetto ai campi di Casate e Bernate, per giungere all’allegra serata di Castelletto, dove le fascine incendiate hanno acceso coi loro bagliori la notte locale. Ma perchè si accendono proprio i fuochi? La tradizione vuole che i falò venissero accesi durante le principali feste paesane, soprattutto per la funzione purificatrice del fuoco e per il preservare le ceneri come amuleto verso il futuro. Per l’aspetto religioso, la tradizione vuole che tutti coloro che abbiano a che fare con il fuoco vengano posti sotto la protezione di sant’Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo addirittura recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. Ma per chi partecipa alle feste paesane, come quella organizzata a Castelletto dal gruppo ‘Terre di Fantasia’, il fuoco purificatore può portarlo anche un minaccioso drago che si contrappone al nostro caro ‘Antonino’. E intorno alle fiamme... inizia la festa.