Il più delle volte se una squadra va male, il colpevole è sempre l'allenatore. E ci si dimentica che una società è fatta di tante altre persone: atleti, presidenti e dirigenti.
Dura la vita dell’allenatore. Vinci, sei un grande; perdi qualche partita… ed ecco che diventi il più scarso di tutti. “O è bianco o è nero”, mai una volta, alla fine, che ci sia la cosiddetta “via di mezzo”. Sì, certo, in qualche caso è praticamente impossibile chiudere gli occhi e far finta che la situazione non sia complicata e che molto probabilmente un esonero oppure uno scossone non siano la soluzione più giusta, ma in molti altri “quando le cose vanno male” (e forse i motivi sono da ricercare altrove) il primo ad essere messo sempre sotto accusa è comunque il mister. “Hai perso”: la colpa è solo tua. “La squadra gioca male”: sei tu l’artefice. “Non si riesce a fare gol o se ne prendono troppi”: beh… ovvio si scarica addosso a chi sta in panchina. Chi ci deve mettere la faccia con i tifosi e davanti ai giornalisti (televisioni e carta stampata), ogni volta (al di là di quando si decide per il silenzio stampa) è il tecnico. E i calciatori? E poi i presidenti e le dirigenze? Perché, diciamocela, quando arrivano i successi sono tutti lì a sgomitare per un’intervista e per rilasciare una dichiarazione, al contrario (eccezion fatta per alcuni) dopo una sconfitta trovano qualsiasi escamotage per sparire. Ok, l’allenatore ha una sua buona dose di responsabilità (ci mancherebbe), è lui che prepara i giocatori, è lui che studia gli schemi e le tattiche ed è lui che deve saper trasmettere le necessarie motivazioni, ma in campo non ci va solo lui. Sul terreno di gioco, infatti, ci sono gli atleti: loro sono i protagonisti della partita, loro si muovono da una parte all’altra, loro tirano la palla, fanno uno stop, si mettono in posizione per contrastare l’avversario, ecc… Eppure, se loro fanno un errore ce ne ricordiamo magari il tempo della gara, qualche ora e giorno dopo, poi passa; mentre il mister lo si continua a criticare per settimane e settimane; sarà che se si parla di calcio diventiamo tutti tecnici esperti, o almeno crediamo di esserlo. E sulle tribune, invece, ecco appunto i presidenti, i dirigenti, i direttori sportivi: “I ragazzi oggi non mi sono piaciuti”. “Abbiamo giocato male”. “Avrei messo prima un altro attaccante”. “Abbiamo deciso di rimuovere dal suo incarico…”. Di frasi ce ne sarebbero molte e molte altre ancora (veri e propri ritornelli), perché è più facile prendersela con qualcuno e non rendersi conto che magari la tua squadra non sta rendendo come dovrebbe per mancanza di elementi, per un acquisto mancato oppure per una cessione sbagliata (compiti che spettano alla dirigenza). Una società è fatta di tante persone: se si vince, si vince insieme; se si perde, si perde sempre insieme. Bisognerebbe ricordarselo!