In molti nostri paesi si è rinnovata l’antica tradizione dei roghi con momenti di festa e condivisione.
Patrono dei contadini e protettore degli animali domestici, nella tradizione popolare il santo è considerato anche patrono del focolare poiché capace di sottomettere fiamme e demoni ed è inoltre ritenuto in grado di guarire dolorosi herpes come ‘il fuoco di Sant’Antonio’. Secondo la leggenda, il porcello, come spesso viene raffigurato, l’avrebbe aiutato a rubare il fuoco dagli inferi per donarlo al popolo. Nel nostro territorio, in tutto l’ovest milanese, il 17 gennaio viene bruciata la catasta di legna a rappresentare tutto ciò che vogliamo dimenticare dell’anno passato ed è simbolicamente pronto a rinascere. Anche quest’anno la tradizione si è rinnovata tra benedizione degli animali (come ad Arconate e all’oratorio di Cuggiono), ma anche con simboliche raffigurazioni allestite per momenti di festa: Boffalora, Bernate, Casate, Arconate, Castelletto... tanti i falò che hanno coinvolto moltissime famiglie per un momento di festa: vin brulè, cioccolata, panettone, chiacchere, tante gustose prelibatezze hanno accompagnato il momento folkloristico accanto ai falò. Piccoli roghi, magari realizzati da privati e agricoltori, hanno iniziato ad innalzarsi già nel tardo pomeriggio, trasformando il 17 gennaio in un ‘ritorno al passato’. Tra i molti falò, decisamente suggestivo quello della frazione cuggionese, con il rogo alla statua di Re ‘porcello’, simbolo degli sprechi che spesso vengono perpetrati a danno della povera gente.