Ha fatto molto discutere l’annuncio di offerta lavorativa comparso sul portale di “Garanzia Giovani”, schermata figlia di un progetto finanziato dall'Europa per introdurre i ragazzi al lavoro, qualche giorno fa. Un annuncio che è stato immediatamente etichettato come “sessista” e “discriminatorio” e che ha destato l’istantanea reazione del ministro del lavoro, Giuliano Poletti, il quale ha provveduto alla sua rimozione. Il bando recitava: “Cercasi impiegata di bella presenza per tirocinio. Durata 6 mesi più proroghe, part time 20 ore, retribuzione 400 euro”. I nodi che hanno fatto discutere sono due e riguardano, guarda caso, la retribuzione e le qualità dell’impiegata. Righe e righe di dissertazioni giornalistiche circa il fatto sono state uno spreco d’inchiostro ed ecco perché è necessario fare chiarezza. Sbraitare e urlare, sostenendo che lo “stipendio” sia troppo basso e umiliante è presuntuoso, oltre che negazione dei principi alla base del progetto stesso. Davanti ad un’offerta di lavoro, che, evidentemente, non sarà per la vita e che, evidentemente, ha lo scopo di avvicinare i giovani al lavoro e donare loro esperienza, fermarsi a discutere circa l’incasso della giovane, non solo legittima in essa idee sbagliate circa i suoi diritti nel mondo del lavoro, ma la allontana anche da un ambito, dal quale egli penserà sempre di aver più diritto ad avere, che a dare. Il tirocinio serve per acquisire capacità, per farsi trovare pronti nel mondo del lavoro, non è un lavoro. Il rimborso di 400€ è in linea con i dettati legislativi, dunque parlare meno e lavorare di più potrebbe essere una buona idea. Nodo numero 2: l’impiegata deve essere di “bella presenza”. Qui si sprofonda in un campo, dove ogni affermazione contraria al pensiero unico viene etichettata come sessista, ma un commento non posso esimermi dal proporvelo. La rimozione dell’annuncio è figlia di una pressione psicologica che ingombra la discussione. Tanti, tantissimi datori di lavoro pensano che avere una bella impiegata all’accoglienza sia preferibile per una questione d‘immagine, ma nessuno lo può dire. Ecco perché rimuovere l’annuncio era una mossa istituzionalmente obbligata, ma che cela un’ipocrisia svilente. La bella presenza è una qualità che, al pari delle altre, deve essere valorizzata e che è molto più semplice da possedere di diverse e specifiche abilità. Ciò nulla deve togliere al fatto che ci siano anche ottime impiegate meno belle, ma proprio perché la scelta va effettuata circa le qualità di una persona, ogni qualità deve avere il suo peso. Non considerarlo significa sminuire la bellezza, paragonandola alla stupidità. Ecco dunque che il problema dell’annuncio è stato semplicemente esplicitare a priori uno dei criteri, che, in caso contrario, sarebbero stati applicati comunque in sede di colloquio. E nulla di tutto questo è discriminatorio … ma guai a dirlo. Bella senz’anima, cantava Cocciante. Bella senza lavoro, canta Poletti.