Segnatevi questa data: 4 marzo 2018. Con molta probabilità sarà infatti questo il giorno in cui si andrà a votare per le elezioni politiche e regionali. Nuovo Governo e nuova giunta Regionale. Ma cosa potrà accadere in questi pochi mesi? Alcuni linee guida son già segnate e molti partiti, piu' che alle cene di Natale, son già in fermento per preparare le cene di avvio campagna elettorale. In anni di novità clamorose (dalla vittoria di Trump alla Brexit), le supposizioni che andremo a prevedere tengono ovviamente il beneficio del dubbio, ma alcune fette dell'elettorato son già abbondantemente identificabili. E andiamo con ordine.
Iniziamo con la Regione Lombardia: dopo cinque anni tutto sommato positivi, con un buon risultato del Referendum per l'Autonomia, Roberto Maroni sarà ancora il candidato del centrodestra (tutti inclusi). Le tanto temute inchieste nei suoi confronti si sono arenate per cui sembra impossibile che possano esserci sorprese. La sua posizione, anche nelle Lega Nord, è meno di rottura rispetto a Salvini, e per questo anche le intese con fronti con centristi e altri gruppi sono piu' semplici.
Lo sfindante del partito democraticio, Giorgio Gori, nonostante il nome non sembra ancora aver il peso per poter insidiare il risultato; così come il Movimento 5 Stelle, che in Lombardia non sembra sfondare come nel resto d'Italia.
Ma parlando di elezioni, il grande 'gioco' sarà quello delle politiche. Qui le frammentazioni del Partito Democratico e il crollo di consensi verso Matteo Renzi spingono verso due risultati, per un certo verso, entrambi clamorosi: o la vittoria del Movimento 5 Stelle direttamente con oltre il 40% dei consensi (piu' complessa l'ipotesi allenanze con PD o Lega Nord) o, al momento piu' probabile, il ritorno a Palazzo Chigi di Silvio Berlusconi, in alleanza con Lega Nord, Fratelli d'Italia e altre liste di centro destra.