Tutti ne parlano, ma pochi li conoscono davvero. Stanno, però cambiando il 'mercato' globale. Scopriamo, allora, più da vicino la loro storia, cosa sono e come funzionano.
Gli economisti tradizionali ancora ne diffidano, le Banche Centrali cercano di capire come ‘gestirli’, ma le conseguenze dirette sull’economia reale non si capisce ancora bene se e come saranno. Stiamo parlando dei ‘Bitcoin’, la criptovaluta che in questi giorni è stata per la prima volta messa in ‘borsa’ a Chicago. “La corsa del Bitcoin, la criptovaluta più popolare al mondo su cui dal 10 dicembre si può anche puntare sui mercati grazie a contratti futures, non è destinata ad arrestarsi e anzi dovrebbe accelerare l’anno prossimo - spiega un traider finanziario - Non sarei sorpreso di vedere titoli media che parlano di una somma a sei cifre. Nel primo giorno di scambi sul mercato dei futures della piattaforma CBOE, i contratti con scadenza gennaio scambiano a 17.600 dollari intorno alle 11.45 italiane. I futures, che hanno iniziato a scambiare a quota 15mila dollari, sono saliti fino a 18.700 dollari”. Per molti motivi, tra cui alcuni elencati qui sotto, in un periodo in cui alcuni grandi economisti minacciano il ritorno di gravi crisi dei mercati e l’instabilità politica europea, americana e asiatica, condiziona gli investimenti, i Bitcoin sono diventati senza dubbio un bene rifugio come l’oro. Molti giovani si son fatti tentare, ma la conoscenza in materia non sempre è diffusa. Ed i rischi si moltiplicano. Oggi, con Visa, si può comprare anche una carta di credito che converte i bit in moneta tradizionale permettendo ogni tipo di pagamento, ma a livello normativo le informazioni sono ancora scarse. E’ anche vero che ormai, sempre più attività ed anche negozi si stanno attrezzando di atm (bancomat) per i pagamenti con i Bitcoin. Ma, per chiunque voglia avvicinarsi a questa moneta del terzo millennio, la raccomandazione è semplice: informarsi, conoscere, fare attenzione, anche perchè i portafogli virtuali possono andare persi...
La storia dei BITCOIN
Bitcoin è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un’idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008. Per convenzione, il termine Bitcoin, con l’iniziale maiuscola, si riferisce alla tecnologia e alla rete, mentre il minuscolo bitcoin si riferisce alla valuta in sé. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticati, il valore è determinato dalla leva domanda e offerta: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, ma sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali, come la generazione di nuova moneta e l’attribuzione della proprietà dei bitcoin. La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer o dispositivi elettronici quali smartphone, sotto forma di “portafoglio” digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili a una banca.
Le differenze con le normali monete
A differenza delle valute a corso legale, i bitcoin hanno la caratteristica che nessuno può controllarne il valore, a causa della natura decentralizzata del metodo di creazione della valuta. In Bitcoin la quantità di valuta in circolazione è limitata a priori, inoltre è perfettamente prevedibile e quindi conosciuta da tutti i suoi utilizzatori in anticipo. L’inflazione da valuta in circolazione non può quindi essere utilizzata da un ente centrale per ridistribuire la ricchezza tra gli utenti.
Sono moneta virtuale, ma consumano energia reale
I Bitcoin stanno letteralmente spopolando, ma c’è un aspetto che in molti casi non viene considerato, legato al dispendio di energia necessario perché i Bitcoin vengano coniati. Il mining è una particolare procedura che consente di generare i Bitcoin attraverso più step, che necessitano di un requisito fondamentale: un computer dotato di una potenza al di sopra degli standard (oltre a una scheda grafica recente). Per la loro ‘produzione’ si consuma la stessa elettricità del Marocco, ma nel giro di due anni si calcola che il consumo energetico potrebbe superare quello degli Stati Uniti.