Valiant Hearts affronta con delicatezza una tematica durissima: la prima guerra mondiale.
“Quindicidiciotto”. Quattro cifre pronunciate insieme, due numeri che in realtà sono date, si trasformano in una sola parola, simile a un nome, quello dell’orrore e della morte: 1915 - 1918, la Grande guerra. Valiant Hearts è un’avventura grafica, figlia di un genere molto in voga negli anni novanta, che attualmente ha riscoperto una nuova popolarità. Le meccaniche di gioco, abbastanza semplici ma appassionanti, si uniscono con naturalezza alle azioni richieste dalla trama, dove quattro personaggi si ritrovano coinvolti nel conflitto che sconvolse l’Europa tra l’estate del 1914 e la fine del 1918. Il giocatore è chiamato a controllare uno per volta i protagonisti e il loro fedelissimo cane da soccorso, nei campi di battaglia tra la Francia e la Germania. Le loro trame personali si intrecceranno spesso con quelle degli altri, trasformandola a tutti gli effetti in una storia corale di personaggi dal “cuore valoroso”, che poi è il significato del titolo. Quello che colpisce maggiormente è proprio il modo in cui viene trattata una tematica così delicata, ovvero la difficoltà di sopravvivere in guerra, sforzandosi di fare la cosa giusta malgrado le condizioni siano avverse e durissime, aggrappandosi ciascuno al proprio scopo: dal ritrovare un famigliare disperso, aiutare il prossimo, portare un messaggio importante, vendicarsi per un grave torto, fuggire da un campo di prigionia...
Anna, mentre è alla ricerca del padre scomparso, usa le sue conoscenze mediche al servizio del prossimo; non importa lo schieramento, il grado oppure l’anzianità. Civili e soldati sono tutti uguali nel dolore.
Lo stile artistico è così semplice ma allo stesso modo talmente ricco da trasformare tutta l’esperienza in un vero e proprio fumetto animato, che non sminuisce affatto la drammaticità di quei terribili anni bui, ma anzi, esalta la recitazione dei personaggi e l’essenzialità del disegno permette i giocatori di entrare facilmente in empatia con i protagonisti dalle storie tormentate ma anche ricche di piccoli momenti di soddisfazione.
Una scena di stacco tra i capitoli estremamente dinamica, dal taglio cinematografico.
Non si tratta di una storia fine a se stessa, perché per realizzarla gli sviluppatori di Ubisoft si sono affidati ai racconti dei reduci e dei loro parenti, ai loro diari e alla cronaca dell’epoca, con un lavoro di documentazione ormai caratteristico per l’azienda di videogiochi, che ha realizzato, tra le altre cose, anche la fortunata serie fantastorica Assassin’s Creed.
Non mancano gli oggetti nascosti da collezionare: attraverso fotografie e oggetti di uso comune che si possono raccogliere nel gioco, si aprirà una sezione che approfondisce la Storia, quella vera, scritta spesso col sangue, dimostrandoci quanto fossero duri quei tempi ma e quanto coraggio sia servito per sopravvivere.
Valiant Hearts diventa quindi un gioco anche educativo, capace di riportare la nostra consapevolezza al fronte, dove si combatteva la guerra vera, quella guerra che avrebbe cambiato profondamente e per sempre l’Europa e il mondo intero.
Può un videogioco scuotere le nostre coscienze e ricordarci che in mezzo al dolore della guerra è comunque possibile dare il meglio di sé? L’occasione per scoprirlo è quella giusta, perché con il Black Friday, di cui parla approfonditamente Francesca, potete trovare il titolo Ubisoft scontato su tutti i negozi virtuali che lo ospitano. Un’ottima occasione per scoprire un gioiellino che colpisce a fondo la nostra storia recente, ma soprattutto i nostri cuori.
Il trailer di Valiant Hearts: