L'Italia fallisce l'appuntamento con Russia 2018. Niente Mondiali per la nostra Nazionale, che perde la doppia sfida palyoff con la Svezia. Addii e ricostruzione.
Le lacrime di Gigi Buffon appena dopo il fischio finale. Gli occhi lucidi di Andrea Barzagli fuori dagli spogliatoi. Gli sguardi fissi nel vuoto e le poche parole di Manolo Gabbiadini e Federico Bernardeschi. L’Italia saluta ufficialmente i prossimi campioni del Mondo in Russia (tra meno di un anno) e lo fa forse nel peggiore dei modi. Perché (giocando un po’ con il nome del nostro commissario tecnico, Gian Piero Ventura) quella che avrebbe dovuto essere una nuova avVentura ‘Azzurra’ (dalle qualificazioni, fino appunto al Mondiale del 2018) è stata, invece, una vera e propria sVentura. Si sta a casa, insomma: niente ritiro a Coverciano alla fine di questa stagione; niente amichevoli da qui alla prossima estate; niente preparazione e niente attesa in vista dei sorteggi per definire i gironi; e niente bandiere, cappellini, gadget da sfoggiare con passione e orgoglio. Niente di niente, alla fine. La coppa del Mondo ce la dovremo guardare unicamente dal televisore e la cosa che fa più male da semplici spettatori disinteressati. Al nostro posto, infatti, ci va la Svezia: un gol (fortuito; ma il calcio è anche questo) nella sfida d’andata dei playoff basta, infatti, agli uomini di Andersson per staccare il biglietto, direzione Russia. E adesso sarebbe troppo facile stare qui a recriminare su alcune decisioni arbitrali (che, va bene, ieri, nel ritorno a San Siro, non ci hanno favorito; lo stesso, però, è stato anche per gli svedesi), su come forse avremmo dovuto affrontare la doppia gara (e, invece, non lo abbiamo fatto), sulle scelte e sulla mancanza in vari momenti della partita di un’identità di squadra e di gruppo. Certo, gli errori sono stati diversi (non possiamo e non dobbiamo nasconderci), ma dal primo all’ultimo ‘azzurro’ dovrebbero farsi il ‘mea culpa’. Perché quando si fallisce, non è solamente una persona a sbagliare, bensì tutti. Adesso, allora, serve abbassare la testa, metabolizzare quanto accaduto e subito dopo ripartire, mettendosi uno di fronte all’altra e analizzando ogni singolo dettaglio. Non è più il tempo dei proclami, dei buoni propositi, delle belle parole, è il momento dei fatti e di un’inversione di rotta secca e decisa, per tornare ad essere ancora protagonisti.
LE SCUSE AGLI ITALIANI
E’ la frase che più di tutte risuona in conferenza stampa: “In questo momento posso solo chiedere scusa agli italiani, non per l’impegno e la volontà ma per il risultato, che poi, come so bene, è la cosa principale”. Il ct Gian Piero Ventura non è l’ultimo arrivato nel mondo del calcio; sa benissimo che cosa significa e significherà questa eliminazione non solo per la nostra Nazionale, ma per l’intero movimento calcistico italiano. “Scusate se ho tardato; ho voluto salutare i giocatori uno ad uno. Se mi sono dimesso? No, perché non ho nemmeno parlato con il presidente. C’è da valutare un’infinità di cose, parleremo con la Federazione, ci confronteremo e affronteremo la situazione”.
L’ULTIMA NEL MODO PEGGIORE…
L’obiettivo era proprio Russia 2018. Sarebbe stato il suo sesto Mondiale: un record, la storia, un traguardo per essere sempre di più un simbolo del nostro calcio e di quello di tutto il mondo. Ma così, purtroppo, non sarà, perché la doppia sfida playoff con la Svezia è stato l’ultimo appuntamento
ANCHE BARZAGLI E DE ROSSI (E FORSE CHIELLINI) AI SALUTI
Non solo Gigi Buffon, ma anche Andrea Barzagli e Daniele De Rossi hanno annunciato che quella di ieri sera è stata l’ultima partita con la maglia della nostra Nazionale. “Il risultato dal punto di vista sportivo è pesantissimo,
E ADESSO COSA SUCCEDERA’?
Si attendono le prossime ore, ma logica vuole che Gian Piero Ventura sia rimosso dal suo incarico (per mano della Federazione, che farebbe scattare la clausola per cui avrebbe potuto esonerare il tecnico in caso di mancata qualificazione ai Mondiali, nonostante il rinnovo di contratto fino al 2020; oppure tramite le dimissioni dello stesso commissario tecnico) e che al suo posto sia preso, quindi, una nuova guida. Chi, però? E’ la domanda che si stanno facendo tutti: magari un ritorno, Antonio Conte, forse finalmente il sogno di molti italiani, Carlo Ancelotti (libero, anche se bisogna vincere la concorrenza di alcuni club che già hanno messo gli occhi su di lui); senza dimenticare pure altri due nomi, Massimiliano Allegri e Roberto Mancini (entrambi, però, legati a società). A meno che non si opti per soluzioni interne, Gigi Di Biago (oggi all’Under 21); ancora Gianluca Vialli oppure ad ex che nella loro carriera sono stati campioni del mondo, Fabio Cannavaro e Gennaro Gattuso.